In attesa di saperne qualcosa di più, magari da qualche cacciatore torinese che era nei paraggi, pare che la “grande manifestazione nazionale contro la caccia" (così era stata presentata sui giornali dagli organizzatori) indetta a Torino per domenica 3 giugno (fatidica data del referendum poi decaduto per effetto dell'abrogazione della legge regionale), così grande non sia stata.
Dopo i reiterati corposi appelli “per il ripristino della democrazia” che si sono susseguiti dalla decisione della Giunta di far decadere il referendum in poi, all'indomani della manifestazione ne dà una striminzita notizia il sito Ogginotizie - Torino, il quale parla di “un corteo di circa 700 persone”, stesso dato è riportato da Repubblica.it. Veramente pochine se pensiamo che la mobilitazione era stata promossa a livello nazionale con il sostegno del Movimento 5 stelle, oltre che di Idv, Fds e praticamente tutte le associazioni ambientaliste. Talmente poche da far dubitare fortemente che l'intera questione possa aver appassionato i cittadini piemontesi, che con ogni probabilità per la stragrande maggioranza non sarebbero nemmeno andati a votare.
Non ha fatto mancare la sua presenza l'eurodeputato Andrea Zanoni, il quale ha profilato la possibilità di proporre un referendum nazionale “per l'abolizione della caccia”. Ecco quindi svelato il vero obbiettivo di quanti hanno sostenuto finora anche l'ipotesi referendaria in Piemonte.