Nuovo attacco alla caccia da parte dell'ex Ministro Brambilla, che per mezzo di una interrogazione parlamentare ha chiesto l'abolizione di ogni contributo statale alle associazioni venatorie. “In un momento di così grave crisi – ha dichiarato al Tg1 la Brambilla - non si capisce perché si debba continuare a versare una somma spropositata di contributi pubblici, diversi milioni di euro, alle associazioni venatorie per permettere ai cacciatori, una risicatissima minoranza di italiani, di fare scempio del nostro patrimonio faunistico”.
A queste parole nello stesso servizio ribatte il Vicepresidente Nazionale di Federcaccia, Massimo Buconi: “è un piccolo ristorno di tasse che, specificatamente per esercitare l'attività venatoria, pagano i cacciatori”. “Solo in Italia – ha aggiunto Buconi – si mantiene in vita questa polemica contro il mondo venatorio ed i cacciatori, in tutti i paesi più evoluti sono una risorsa per il controllo e la difesa del territorio e la gestione della fauna”.
Ma le parole della Brambilla hanno suscitato anche altre reazioni. Per Marco Ciarafoni, responsabile Biodiversità e politiche faunistiche del Pd oggi l’ex ministro Brambilla, chiede conto all’attuale governo “dei danni provocati dalla sua stessa parte politica" e "per di più, ignorando le norme, si scaglia contro il ristorno economico che lo Stato, facendo cassa, restituisce alle associazioni venatorie riconosciute che è frutto di una addizionale, prevista per legge”. “Semmai – continua Cirafoni - l’Onorevole Brambilla dovrebbe chiedere il rispetto corretto di quella normativa poiché di quel gettito, pagato esclusivamente dai cacciatori, solo una parte, torna alle associazioni per i compiti di istituto, legati agli interessi generali del Paese, che tali organizzazioni sono chiamate ad assolvere. Non lo fanno nemmeno le stesse associazioni venatorie perché sanno che una parte di quei soldi che a loro vengono sottratti sono utilizzati, anche in questo momento di crisi, per tematiche sociali di grande rilevanza”.
Sull'argomento è intervenuto anche il movimento CRCA, ricordando alla Brambilla come benefici economici vadano comunemente anche alle oltre 92 Associazioni animal-abientaliste che esistono nel nostro Paese. “Da una prima disamina effettuata dal CRCA – si legge nella nota - non risulterebbe nelle iniziative di riduzione della spesa pubblica, ovvero la cosiddetta "spending review", alcun taglio nè alle associaizoni animal-ambientaliste nè al complesso sistema legato all'ambientalismo (come ad esempio oasi di rifugio, parchi ecc...)”.
Maria Cristina Caretta, Presidente della Confavi, ha un'altra opinione: "non condivido nulla di quello che dice o di quello che fa l'on. Brambilla - sottolinea - ma concordo con lei sul fatto che, in una fase in cui tutti gli italiani sono chiamati a fare pesanti sacrifici, devono essere eliminati tutti gli sprechi e tutti i finanziamenti pubblici considerati non indispensabili per i cittadini. Concordo quindi - sottolinea Caretta - sulla necessità di eliminare totalmente i finanziamenti pubblici previsti dalla legge sia a favore sia delle associazioni venatorie riconosciute che a favore delle associazioni animal-ambientaliste".