Sulla spinta delle recenti polemiche provocate dell'ex ministro Brambilla sui fondi che, a norma di legge, tornano alle associazioni venatorie ristornati dalle tasse dei cacciatori, sul sito del Corriere della Sera è apparso un sondaggio che si presta a sconcertanti mistificazioni della realtà.
Nel contest pubblico è infatti contenuta un'enorme bufala, quando si afferma che “l'Italia eroga quattro milioni di euro all'anno alle associazioni venatorie e spende decine di milioni per multe europee dovute all'apertura della caccia in anticipo in molte regioni”. Ci pare strano che il Corriere non sappia che attualmente non è stata mai pagata alcuna multa europea sul fronte caccia, tanto meno per le aperture anticipate della stagione venatoria addirittura in molte regioni.
Essere contro la caccia è lecito, ma da un organo d'informazione di tale autorevolezza, ci si aspetterebbe che prima di lanciare campagne quantomeno discutibili sul piano della corretta informazione, ci si documentasse un po' di più. E non ci si accodasse alla canea urlante, orchestrata dai soliti centri di disinformazione anticaccia.
Questo sondaggio non ha alcun valore, ma sicuramente il tentativo di discredito della nostra categoria può avere un qualche effetto, se le nostre associazioni, e tutti noi, singoli cacciatori e organizzazioni di categoria non innalzeremo la protesta, al fine di sollecitare una più corretta atttenzione al problema. E in ogni caso, tanto per far vedere che ci siamo, come altre volte cerchiamo di far conoscere la nostra opinione anche partecipando in massa al sondaggio, e protestando fortemente, in modo pacato e civile, con la direzione del giornale.