Riceviamo e pubblichiamo:
Anche la Regione Marche, nella fattispecie l’Atc AN1, si sta finalmente avviando nella direzione giusta: una gestione ambientale oculata, basata non su opportunismi di campanile o pressioni corporative ma su inoppugnabili dati tecnici e scientifici.
Grazie alla illuminata conduzione del Presidente Giancarlo Gasparini, l’Atc AN1 (che gestisce il territorio agro-silvo-pastorale di 25 comuni della parte nord della provincia di Ancona) ha per la prima volta varato il prelievo dei grandi erbivori in regime di caccia di selezione, allineandosi, quindi, ai dettami della più moderna e sostenibile attività venatoria.
La Stagione Venatoria 2012/2013 sarà distinta dall’avvio, anche nella Provincia di Ancona, della caccia di selezione alle specie Capriolo e Daino. Il nuovo assetto normativo ha permesso all’Ambito Territoriale di Caccia AN1 di intraprendere la gestione concreta dei Grandi Erbivori che ormai occupano diffusamente il territorio provinciale. Dal prossimo 15 agosto, infatti, alcuni comprensori pedemontani facenti capo a tale Atc vedranno concretizzarsi questa forma di prelievo venatorio del tutto innovativa per la Provincia di Ancona. E’ questo un passo senza dubbio di significativa importanza nell’ambito della gestione faunistico-venatoria, che testimonia una decisa maturazione ed evoluzione del movimento venatorio locale, in cui le vecchie logiche di carniere lasciano sempre più decisamente il passo a più appropriate finalità gestionali. La caccia di selezione fonda infatti le sue basi sul rispetto degli equilibri ambientali, sulla approfondita conoscenza delle popolazioni animali e degli ecosistemi in cui sono inserite, nonché sulla sostenibilità del prelievo, onde garantire la conservazione delle specie-target.
Dunque una forma di caccia in cui il cacciatore è sempre più chiamato a conoscere i dettagli, a fornire dati oggettivi e a specializzarsi tecnicamente, mentre è sempre meno teso alla finalizzazione dell’abbattimento.
Una forma di caccia fondata sul presidio del territorio, che determina sovente – come ci insegnano le ormai storiche realtà mitteleuropee, ma anche le vicine realtà provinciali – una valida misura per la tutela e conservazione dei Cervidi, oltre che un importante contributo al controllo del territorio.
Non va infine dimenticata l’utilità dei dati puntualmente raccolti da questi cacciatori, altamente specializzati e solidamente formati, ai fini della gestione delle inevitabili problematiche (rischio incidenti stradali, danneggiamenti alle produzioni selvi-colturali) che spesso accompagnano la presenza dei Grandi Erbivori: una sicura ricchezza, ma indiscutibilmente da gestire con saggezza ed equilibrio.
ATC AN1