In aprile il Consiglio Provinciale vicentino ha regolato la materia della vigilanza venatoria volontaria, fissando i paletti entro i quali possono operare i vari volontari “non per limitare o vincolare – si legge in un comunicato della Provincia - , ma per coordinare e rendere più efficace.”
Il Regolamento in particolare detta regole pratiche sul coordinamento e sull’organizzazione del servizio, che prevede anche la formazione di squadre miste, ossia composte da agenti appartenenti ad associazioni di diversa estrazione (cacciatori, pescatori, ambientalisti) con l'obbiettivo di garantire un comportamento uniforme e razionale nei rapporti con l’utenza. Si prevede inoltre un costante aggiornamento dei diversi volontari, vista la complessità delle materie e alla continua evoluzione della normativa in tema di caccia e pesca.
Ma la novità, visto che limita la libera iniziativa dei volontari, non è andata giù agli anticaccia. Le associazioni animaliste vicentine hanno infatti tentato un ricorso al Tar contro la delibera che a loro dire “lega le mani alle guardie zoofile in favore della polizia provinciale”. "La delibera 47 – dichiarano su Vicenzatoday - toglie completamente la libertà di operare ai volontari: dovranno essere gestite dal comando della polizia provinciale o da una persona da loro demandata", spiega Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento protezionista vicentino.