Il controllo della volpe nella provincia di Reggio Emilia è l'occasione per l'ennesima disputa tra protezionisti e tecnici faunistici. Difficile capirsi quando la conversazione avviene su due piani completamente diversi. Da una parte Legambiente, Amici della Terra e Wwf Reggio Emilia la mettono sul sentimentale, tacciando di crudeltà il piano provinciale per l'abbattimento di 1200 volpi, dall'altra la Provincia risponde con circostanziate considerazioni sulla gestione, subordinata alle leggi che regolano la protezione della fauna selvatica e al parere dell'Ispra, che in questo caso ha riconosciuto un sovrannumero dei predatori presenti sul territorio.
“Leggere questa delibera – dicono gli ambientalisti- in noi ha suscitato orrore e ribrezzo, uccidere e torturare (rimanere intrappolati ore in una gabbia forse non è tortura?), senza pietà, come se gli animali non provassero paura e dolore, come se gli animali fossero birilli di un gioco”. "Chi ha votato questa delibera - dicono i tre presidenti delle associazioni - non ha pensato alle conseguenze? Non ha pensato al terrore che provocheranno? Alla sofferenza? Cuccioli intrappolati nelle loro tane, cuccioli che moriranno di fame, volpi ferite, volpi che scapperanno a perdifiato braccate da cani e da persone che comodamente sedute in auto le ammazzeranno. Al terrore e alla sofferenza degli animali che la delibera liquida come richiami vivi?".
A rispondere è Andrea Gualerzi, responsabile vigilanza, caccia, pesca e forestazione della Provincia di Reggio Emilia, il quale, di fronte a questo atteggiamento, altro non può fare che tornare alle reali esigenze ambientali, partendo dall'Abc: “ci sono animali generalisti e opportunisti, come la volpe – sottolinea - che non hanno predatori nè seri competitori e sono estremamente adattabili ai contesti antropizzati, si moltiplicano facilmente, predando piccola selvaggina e animali da cortile e da allevamento domestico e nei nostri territori si diffondono senza alcuna selezione naturale. Detto questo, quello che la giunta provinciale ha fatto lo scorso luglio è stato semplicemente un aggiornamento del piano di controllo della volpe che serve a contenere la forte presenza sul territorio di tale predatore”. "Uno degli scopi del controllo della volpe - dice ancora il tecnico - è quello di tutelare le altre specie di fauna selvatica che possono essere predate dal canide e di salvaguardare le attività dell’uomo".
A questo punto verrebbe da domandarsi come gli ambientalisti intendono risolvere certi problemi. Come farebbero loro a tutelare tutte le altre specie minacciate da una squilibrata presenza di un predatore che non ha rivali? Come pensano di fare per esempio per risolvere la situazione allarmante degli ungulati, specie i cinghiali, che in ogni regione sono causa di tantissimi danni all'agricoltura e, anche qui, a moltissime altre specie?