Da quanto risulta da una ricerca condotta dall’inverno 2010 al Parco regionale di San Rossore (Pisa), sia i Key Concepts del documento Ornis, sia di conseguenza, le posizioni dell'Ispra (chiusura al 31 dicembre) sulla beccaccia sono praticamente superate. La ricerca si è basata su una campagna di catture notturne per l'inanellamento nella struttura del Centro Studi Beccaccia nell'Osservatorio Ornitologico Caterini, con il contributo della Regione Toscana.
Le catture dimostrerebbero – così dice una relazione tecnica depositata in Regione dall'associazione beccacciai d'Italia – che il numero delle beccacce nella tenuta resta invariato da dicembre a fine febbraio. I dati testimoniano il movimento di Ripasso dalla prima decade di Marzo fino alla seconda decade di Aprile. Quanto al documento Key Concepts, l'errore sullo stato di conservazione della beccaccia pare sia stato riconosciuto da Birdlife nel 2011, dopo che Wetlands Internationals nel suo rapporto periodico sullo status e I trend delle popolazioni di uccelli che frequentano le zone umide in Europa e Asia, (WaterBirds Populations Estimates) ha confermato lo stato di conservazione favorevole, pur considerando fluttuazioni inter-annuali della specie.
La forte presa di posizione di Wetlands International e dell'’ONCFS Francia (l’equivalente dell’ ex INFS ora ISPRA, unico istituto che studiale beccacce in Russia per conto di tutta Europa) ha costretto Y.Ferrand, allora responsabile Birdlife a fare un passo indietro, ammettendo di non aver sufficientemente puntellato e motivato la sua decisione. Questi pareri divergenti, si dice, hanno successivamente spinto il nuovo responsabile della Direzione Generale Ambiente di Bruxelles a sospendere quel Rapporto e quindi aggiornare il Piano di gestione, facendo richiesta a Face e Birdlife International di presentare nuove proposte.
In conclusione quindi si può affermare che la beccaccia non è specie in pericolo, né in declino, ma sottoposta a variabili di presenza sul territorio italiano causate dai repentini cambiamenti climatici e dalla trasformazione degli habitat e che il termine del 31 gennaio, quale data di chiusura della caccia alla beccaccia, come indicato nella Legge nazionale e regionale, è un termine sostenibile e che ottempera in pieno le disposizioni Direttiva Europea Uccelli 79/409, mentre al contrario le Linee Guida ISPRA che sostengono la chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre su tutta la penisola non sono supportate da studi condivisi a livello internazionale, e il termine “periodo preriproduttivo” non ricorre in alcuna legislazione di riferimento.