"E' ovvio che in assenza di riferimenti tali da giustificare il perchè ci si è discostati dai suggerimenti dell'ISPRA, ovvero in mancanza di atti previsti per la valutazione ambientale, si espone il fianco a ricorsi giurisdizionali come quello messo in campo dal WWF, con esiti ormai noti".
Così Federcaccia Caserta commenta la sospensione della preapertura in Campania segnalando l'esasperazione del mondo venatorio campano e chiedendo alla Regione "un intervento immediato a difesa ed a conferma delle proprie scelte, per altro in linea con il documento ORNIS ed i dati del KEY CONCEPTS, riconosciuti a livello europeo, per riprendersi quelle prerogative decisionali troppo spesso negli ultimi tempi messe in discussione in sede giudiziale".
"Adempimenti burocratici sempre più certosini, limitazioni, barriere, una politica incapace di leggere gli indotti che genera il mondo venatorio e comprende le potenzialità e la progettualità (collaborazione nella prevenzione incendi, ricostituzione degli abitat e delle presenze faunistiche, programmi per la messa di colture a perdere, corsi di formazione per cacciatori e censori faunistici, etcc...) - sottolinea la Fidc provinciale casertana - stanno mettendo a dura prova una realtà che ha, forse, il torto di avere la passione innata per la caccia, passione che paga profumatamente allo Stato, alla Regione, alle Province, agli ATC. "I Cacciatori - dice ancora - versano annualmente circa 114 milioni di euro allo Stato, oltre 4 milioni di euro alla Regione, circa 1 milione e mezzo di euro agli Atc e di questi solo una minima parte è impegnata, per altro malamente, per finalità previste dalla legge e creano un indotto di circa 3 miliardi e mezzo di euro".