Riceviamo e pubblichiamo:
Un gruppo di persone di chiara fama, che appare assieme alla Brambilla sotto la sigla “La coscienza degli animali”, chiede a gran voce di sospendere la caccia, causa siccità , sostenendo che il non farlo “sarebbe come imbracciare il fucile in un campo di sterminio”. Un paragone di dubbio gusto cui sarebbe facile replicare che proprio l’ispiratore di quella tragedia era vegetariano e amava davvero molto gli animali (meno, come noto, gli umani).
Nella recente attività della compagine brambilliana spiccano iniziative contro il Palio di Siena o la Sagra dei osei di Sacile, solo per fare qualche esempio: filo conduttore, un altero rifiuto di riconoscere dignità culturale e legittimità al pensiero, alle passioni e al punto di vista dell’altro. La caduta di stile in cui incorrono i promotori dell’appello contro la caccia, il paragone con i campi di sterminio, la dice lunga sulla mitezza di approccio a questo come ad altri temi; lupi travestiti da agnelli usano l’arma del catastrofismo ambientale, per dare fiato ad una campagna che ormai si ripete stancamente ad ogni apertura di stagione venatoria.
Un po’ di stupore però, dobbiamo ammetterlo, questa volta l’appello lo ha destato; la ragione? Alcune di quelle firme in calce appartengono a donne e uomini la cui storia personale le pone “le mille miglia” lontano dalle sparate della Brambilla; sembrano lì per caso, strappate approfittando di un momento di distrazione ed estorte in nome dell’amore per gli animali. Generica professione di fede, nobile causa cui peraltro nessuno negherebbe una firma.
Insomma, forse nessuno gli ha spiegato che la caccia è cosa seria, regolamentata doviziosamente e saldamente ancorata a parametri scientifici e controlli severi. E quindi capace di giudicare se esistono o meno condizioni per poter essere esercitata senza danno per il mantenimento della biodiversità. Diversamente, se si trattasse di una adesione consapevole, non resterebbe che ammettere una amara sconfitta della ragione di fronte all’oscurantismo di campagne dal vago sapore millenarista.
Ma davvero le predizioni dei Maya o quelle del mago Otelma, al cui fianco a questo punto ben figurano le campagne della Brambilla, meritano la considerazione della gente seria?
FEDERCACCIA TOSCANA
Firenze, 30 Agosto 2012
La protesta del Presidente Fidc Toscana Moreno Periccioli:
Le parole scelte dagli animalisti, quando si afferma per esempio che “In queste condizioni, autorizzare l’attività venatoria equivarrebbe ad infliggere il colpo di grazia ad intere generazioni di animali “e ancor più “ perché non si può sparare a povere creature già moribonde, sarebbe come imbracciare il fucile in un campo di sterminio”, hanno suscitato l'indignazione del presidente regionale Fidc
Moreno Periccioli.
"L’indignazione – spiega - deriva dalla constatazione di come una legittima opinione venga manifestata, anziché ponendosi su un piano di dialogo, attraverso una vera e propria
“aggressione delle coscienze”. Al di là, infatti, del merito del problema, sul quale – come per ogni questione di merito quando seriamente posta – è sempre possibile e talvolta doveroso confrontarsi e discutere, non ci si può esimere dal registrare come una legittima opinione diventi aggressiva quando usa simili espressioni, evocando addirittura l’immagine dei tristemente noti campi di sterminio nazisti. "Un metodo incivile, culturalmente discutibile e moralmente riprovevole - conclude Periccioli - teso solo ad alimentare odio verso chi la pensa in modo diverso.
Dovrebbero chiedere scusa, ai cacciatori e a tutti gli Italiani: sarebbe segno di recupero, pur tardivo, di un minimo di serietà".