Posticipare l'apertura della stagione venatoria 2012 – 2013? Assurdo per il presidente della Federcaccia Umbria
Franco Di Marco, “a maggio ragione se le
motivazioni accampate sono quelle della siccità e degli incendi, come dichiarato da alcune associazioni ambientaliste. Innanzitutto – dice in una intervista diffusa dall'ufficio stampa della Federcaccia umbra -
le ultime piogge hanno in parte attenuato le condizioni di secca nelle quali, ultimamente, ha versato il nostro ambiente. In secondo luogo, a proposito di incendi, è da escludersi nella maniera più assoluta ogni correlazione tra l’attività venatoria ed un aumento delle probabilità che essi si verifichino. Anzi, la realtà è l’esatto opposto, in quanto avere un gran numero di cacciatori nei boschi significa maggiore controllo sul benessere della natura". "Ad ogni modo - sottolinea - , ci fa particolarmente piacere
che l’Assessore regionale Fernanda Cecchini abbia escluso ogni possibilità di rinvio dell’apertura della stagione”.
Il Presidente Di Marco esprime considerazioni positive sul calendario, anzitutto per la
chiusura dei turdidi e della beccaccia al 31 gennaio, “decisione che – ricorda - è stata supportata dai dati scientifici che abbiamo forniti con l’ufficio avifauna migratoria della Federcaccia nazionale. Poi l’allungamento del periodo dell’addestramento dei cani e l’eliminazione dei carnieri stagionali”.
Non mancano alcuni punti critici, come “l’aver consentito di
cacciare il colombaccio in preapertura anche all’interno delle aree boschive” e la disposizione che riguarda“il divieto di praticare altre forme di caccia per tutti coloro che, quel giorno specifico, decidano di esercitare la
caccia al cinghiale in forma collettiva, vale a dire in battuta. Federcaccia aveva chiesto di estendere questo vincolo anche nei confronti di chi pratica la caccia al cinghiale in forma individuale, proponendo un’apposita integrazione all’articolo 10 del regolamento regionale per la caccia al cinghiale. Purtroppo ciò non è avvenuto e, quindi, ora stiamo assistendo ad una dura presa di posizione da parte dei cinghialai, con ricorsi al Tar il cui esito è incerto”. Di fondamentale importanza, poi a proposito di migratoria, “sono gli accordi interregionali e interprovinciali, che negli ultimi anni sono divenuti sempre più penalizzanti per i cacciatori umbri”.