Per la Lega parla Stefano Stefani, presidente commissione esteri della Camera, il quale definisce "stupidaggini pretestuose" le richieste animaliste di fermare la stagione.''Gli ambientalisti -rilancia- dicano quali specie sono ridotte all'osso per la siccita'. Le lepri, forse? La selvaggina anche in periodo di siccità sa dove trovare l'acqua, non siamo mica in Africa. Molti ambientalisti hanno i paraocchi, bisogna ragionare''.Anche Federico Bricolo, presidente della Lega Nord al Senato, è un cacciatore: ''non esiste in nessun paese al mondo che non si possa andare a caccia. In Italia l'attività - dice - è regolamentata in maniera corretta e attenta agli equilibri della fauna, e le specie sono tutelate''. "Il vero nemico della fauna selvatica - argomenta - non sono le carabine dei cacciatori ma l'inquinamento. Le politiche di questi anni hanno portato a un incremento della fauna soprattuto nelle zone alpine, grazie alle attività delle amministrazioni provinciali che, al di là dei colori di appartenza lavorano in questa direzione".
Nel bresciano il Pdl si è mosso sguinzagliando i suoi politici cacciatori: gli onorevoli
Giuseppe Romele e Stefano Saglia, insieme a
Vanni Ligasacchi e
Viglio Bettinsoli con l'appoggio della larga maggioranza di consiglieri e assessori provinciali del Pld (così almeno riferisce il Giornale di Brescia), hanno preso posizione contro l'appello lanciato dal movimento brambilliamo La coscienza degli animali sullo stop della stagione venatoria a casua della
situazione climatica. "Siamo in presenza - dicono i politici - dell'ennesima
richiesta pretestuosa fondata su numeri moltiplicati in modo esponenziale e priva di fondamento scientifico. Non è il primo anno che si registrano condizioni climatiche eccezionali, ma queste non hanno mai inciso sulla consistenza delle varie specie di fauna selvatica capaci di adattarsi ad ogni condizione ambientali. Ancora una volta l'integralismo degli animalisti privilegia posizioni ideologiche e di bandiera".