"Avevamo detto due mesi fa che il
ritardo della pubblicazione del calendario venatorio e il varo ferragostano del
decreto di preapertura non ha consentito altro che farci trovare a poche ore dalla sfumata preapertura con una situazione grottesca e di incoscenza amministrativa, avremmo infatti avuto tutto il tempo di proporre un
ricorso al Consiglio di Stato e comunque anche la possibilità di modificare e migliorare in tempo utile il decreto di preapertura". Così l'
Arcicaccia Lazio critica l'operato di Birindelli e Giunta in merito alla sospensione della preapertura da parte del Tar.
"Decine di migliaia di cacciatori nel lazio - dice Arcicaccia - si trovano ora in una farsa, hanno pagato le tasse in anticipo e in anticipo hanno anche scoperto che come spesso accade, le istituzioni non pensano alle conseguenze dei propri errori, fermo restando che
a 24 ore dal 1 settembre raggiungere ed informare tutti i cacciatori del Lazio non è questione di poco conto. A chi dovranno imputare - accusa Arcicaccia - le sanzioni pesantissime di coloro che eventualmente non sono stati raggiunti da una corretta comunicazione in tempo utile? A lei signora assessore? Le sembra normale che domani mattina un cacciatore di Pescia Fiorentina possa regolarmente andare a caccia e un cacciatore di Pescia Romana (otto chilometri più a sud) debba rimanere a casa? La siccità è stata così selettiva? lei - dice ancora l'associazione all'indirizzo della Birindelli - mi dirà che il ricorso al Tar non è colpa della Regione Lazio ma i presupposti perchè ciò avvenisse e soprattutto la
dilettantesca scelta dei tempi a chi dovranno imputarla i cacciatori del Lazio? Forse sarà il caso di fare le scuse a tutti i cacciatori del Lazio senza se e senza ma".