"Dopo i cacciatori della Campania, è stata la volta di quelli della Regione Lazio a
cadere sotto i colpi impietosi del Tar che, nella fretta di dare ragione agli animalisti, non è stato nemmeno a chiedersi quali specie sarebbero state coinvolte dalla preapertura o quanti cacciatori sarebbero scesi in campo in due giornate che, tra l’altro, si preannunciano cariche di pioggia e temporali".
E' il commento della
Libera Caccia nazionale rispetto alle ultime decisioni prese dai Tribunali amministrativi regionali sulle preaperture. Nel caso del Lazio, fa notare la Libera Caccia, il Tar "non si è chiesto nemmeno cosa sarebbe invece avvenuto
al di là dei confini amministrativi della regione, in territori distanti solo un metro come è il caso di
Toscana e Umbria".
"Tutto è buono per scatenare i lamenti isterici del solito gruppetto di fanatici animalisti - dice l'indignato comunicato di Anlc - e far
spendere loro un bel pacco di euro in raffiche di ricorsi strappalacrime. Tanto i soldi sono di tutti, visti i sostanziosi contributi pubblici di cui godono certe associazioni" ."Intanto - aggiunge - i cacciatori continuano a pagare le loro sostanziose tasse e a subire".
"Di anno in anno - dice Ancl - si ripete lo stesso ritornello stucchevole di
un paio di giornate di “preapertura” (peraltro regolarmente detratte dal computo totale alla fine della stagione) prima concesse e poi negate a colpi di decreti che stranamente, com’è avvenuto quest’anno per il Lazio, sono di una tempestività strepitosa e perfino commovente".