"Tutti devono sapere che tali uccelli arrecano
gravi danni alle produzioni agricole e costituiscono un costo per la collettività". E' quanto dice sulla stampa locale
Massimiliano Pederzoli, Presidente di Coldiretti Ravenna, rispondendo ai nuovi attacchi ambientalisti in merito allo storno (Wwf ha minacciato di portare davanti alla Corte di Giustizia Europea una denuncia sullle deroghe applicate dall'Emilia Romagna). "Il problema della
caccia allo storno - dice - scaturisce da una direttiva comunitaria che lo inserisce tra le specie in estinzione in alcune parti d'Europa e solo
dopo il 2015 è previsto il reinserimento tra le specie cacciabili. E' un provvedimento che comprende anche l'Italia, dove però lo storno non solo non è a rischio, ma è in costante crescita, al punto da minacciare la biodiversità, proprio a causa dei danni ambientali che sta provocando.
"Tra l'altro, sottolinea il rappresentante di Coldiretti, questo volatile
colpisce in particolare colture ad alto valore aggiunto e ad alta manodopera, come i frutteti e vigneti, mettendo a rischio il reddito delle imprese e l'occupazione". Di contro gli argomenti portati dagli ambientalisti a difesa di questo presunto uccello in via di estinzione "onestamente parlando - dice Pederzoli - sanno molto di battaglia ideologica piuttosto che di reale questione ambientale".
I danni causatiu dallo storno in Emilia Romagna sono cresciuti del 21% nel 2011. "In un paese normale - dice Antonio Sangiorgi, direttore di Coldiretti Ravenna -
una questione come quella della caccia in deroga allo storno non sarebbe diventato un problema da risolvere perché ci si sarebbe capiti tra tutte le componenti (agricoltori, cacciatori, animalisti), le istituzioni avrebbero preso delle posizioni condivise ed in Europa si sarebbe capito da tempo che in Italia il problema non esiste.
Visto il polverone sollevato dal WWF, è evidente che siamo ancora fermi alle guerre di posizione, cioè quei confronti dove non vince mai nessuno ed i problemi rimangono irrisolti".