“La Provincia di Arezzo non cambia idea e approva, per il secondo anno consecutivo, un
calendario venatorio che riduce, unico caso fra le province toscane e senza alcuna motivazione,
tempi di caccia e specie cacciabili rispetto alle leggi regionali e nazionali. Cancellate dall'elenco delle specie cacciabili marzaiola, moretta combattente; posticipata l'apertura ad allodola, cesena, bottaccio, sassello; ritardata l'apertura e anticipata la chiusura alla beccaccia”.
Questo il commento di
Federcaccia Toscana rispetto ad alcune delle scelte del calendario venatorio provinciale, che per l'associazione “travalicano competenze e poteri della provincia a tutto danno dei cacciatori aretini e del loro diritto a godere delle stesse regole ed opportunità vigenti sul rimanente territorio toscano” e che
“non hanno alcuna giustificazione tecnica”. Nel formulare il calendario, ricorda Fidc,
non sono state tenute in considerazione le documentazioni ed argomentazioni scientifiche messe a disposizione dall'Ufficio Avifauna Migratoria della Federazione Italiana della Caccia e dalle altre associazioni.
Su questi toni nei giorni scorsi anche una nota di Anlc. “Neanche gli animalisti più radicali ed anticaccia come la rossa Brambilla ed i suoi amici – scrive
Anlc Toscana - erano mai riusciti a limitare così tanto la caccia come ha fatto la provincia di Arezzo”. Dalla Libera Caccia intanto si domandano “
perchè la provincia non abbia ancora rinnovato i comitati di gestione degli atc in grave violazione della legge regionale che fissa in 60 giorni dalla adozione del Praf, avvenuta in febbraio, la nomina dei rappresentanti nei comitati”.