Come annunciato, la Giunta regionale del Piemonte, riunita nel pomeriggio di venerdì 14 settembre in seduta straordinaria, ha approvato una delibera immediatamente esecutiva, che, a
ccogliendo le osservazioni espresse dal Tar con l’ordinanza di sospensione del calendario venatorio e recependo i rilievi formulati dall’Ispra, consente da sabato 15 settembre la prosecuzione della
selezione degli ungulati e da domenica 16 la
caccia al cinghiale.
Per le altre specie (ornitiche e leporidi)
si partirà il 30 settembre, ma dal 16 al 26 settembre i cacciatori hanno la possibilità di proseguire l’addestramento dei cani. "Gli uffici regionali - si legge in una nota ufficiale -, mediante un’intensa attività svolta nel corso della settimana, sono riusciti a preparare il
documento utile per mantenere l’apertura della caccia e per consentire l’avvio della stagione venatoria, evitando un blocco che avrebbe avuto ripercussioni pesantissime dal punto di vista occupazionale, economico e ambientale.
“Ringrazio l’assessore Sacchetto - ha commentato il presidente della Regione, Roberto Cota - per aver saputo superare questo ennesimo intoppo burocratico, che rischiava di creare molti problemi sul territorio, soprattutto per quanto riguarda la proliferazione di alcune specie che notoriamente creano danni ed incidenti. Sulla caccia, come su tutte le altre materie di competenza regionale, sarebbe auspicabile arrivare ad una decisa semplificazione normativa, in modo da avere poche leggi, chiare e non continuamente interpretabili”.
“L’intenso lavoro condotto in settimana - ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura,
Claudio Sacchetto - ha portato ad un buon risultato:
la stagione venatoria non è sospesa. Ribadisco ancora una volta che il Piemonte non si trova assolutamente in una situazione di vuoto legislativo in quanto vige, in attesa della nuova legge regionale, la legge nazionale 157/1992. Numerose Regioni italiane, dotate di legge regionale in materia venatoria, sono state raggiunte dalle stesse ordinanze dei Tar: penso a Sicilia, Campania, Abruzzo, Puglia, Umbria, Veneto. Avremmo indubbiamente voluto ottenere qualcosa in più, abbiamo lavorato fino all’ultimo con il massimo sforzo in questa direzione, ma
abbiamo dovuto sottostare al parere dell’Ispra che non ha condiviso il primo calendario venatorio presentato, nonostante fosse perfettamente conforme alla legge 157; legge, quest’ultima, che contempla il parere stesso obbligatorio, ma non vincolante. Purtroppo speravamo di poter mettere in pista il calendario approvato in un primo momento. Adesso potremo concentrarci sull’elaborazione della nuova legge venatoria regionale”.