Nessuna possibilità di applicare la
caccia in deroga in Lombardia tramite legge. Questo quello che emerge da una lettera inviata dal governatore
Roberto Formigoni al Presidente del consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti. “I competenti uffici della Giunta – dice Formigoni – hanno costatato che i progetti di legge si sostanziano nell'integrazione della legge-quadro n.24/2008 nel senso di autorizzare per la prossima stagione venatoria il
prelievo in deroga ex art. 9, comma 1, lett. c), della direttiva 2009/147/CE. E' proposta dunque – sottolinea il governatore – l'impostazione di fondo di
analoghe disposizioni già illegittimamente adottate in passato”.
Formigoni parla di “
macroscopici vizi di legittimità, già più volte riscontrati, tanto alla normativa comunitaria quanto all'ordinamento interno”. Per il governatore “risulta ormai assodato che il
ricorso allo strumento legislativo per la disciplina della materia, come da ultimo ribadito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 160/2012,
costituisce di per sé una violazione dell'ordinamento comunitario, oltre che di quello costituzionale”.
L'iniziativa legislativa si pone così in contrasto con il principio di collaborazione con la Commissione europea, alla quale – dice Formigoni –
risulta ancora aperta l'infrazione in materia. In una lettera del maggio scorso la Giunta lombarda aveva infatti rassicurato l'Ue dichiarando l'intenzione di “procedere all'approvazione di eventuali provvedimenti
attraverso la forma dell'atto amministrativo e non dell'iniziativa legislativa”.
Il Presidente della Lombardia infine mette in guardia sulle
eventuali conseguenze pecuniarie facendo riferimento alla comunicazione intercorsa, sempre a maggio, tra il ministro Clini e il commissario europeo Protocnik, in cui si minacciavano ulteriori ricorsi alla Corte Ue con richiesta di sanzioni pecuniarie nel caso in cui fossero approvate anche per la stagione venatoria 2012 – 2013 deroghe illegittime. Nel caso di un'ulteriore sentenza di condanna, fa notare Formigoni, "ci sarebbero i presupposti per un'azione di rivalsa da parte dello Stato nei confronti della Regione Lombardia, con notevole impatto sul bilancio di quest'ultima e conseguentemente su tutti i cittadini lombardi”.