La Commissione Agricoltura, Caccia, Parchi della regione Lombardia ieri ha approvato (favorevoli
Lega , Pdl e Udc, mentre Pd, Idv e Sel hanno abbandonato la seduta prima del voto) il
progetto di legge che disciplina la caccia in deroga per la stagione in corso.
Il progetto approvato (solo in commissione, ora si tratta di passare l'esame del Consiglio regionale) è frutto dell'integrazione delle proposte di Lega e Udc, ed è stato modificato con un
emendamento presentato da Doriano Riparbelli (Pdl), che demanda alle amministrazioni provinciali l'applicazione del regime di deroga, una modifica che recepisce così le preoccupazioni espresse dal presidente
Roberto Formigoni.
Spetterà quindi alle province adottare i provvedimenti stabilendo un contingente massimo di prelievo per ogni specie, che dovrà essere determinato sulla base dei limiti complessivi regionali in base al principio delle piccole quantità. La caccia in deroga si potrà applicare solo per le specie storno, fringuello, peppola, pispola e frosone dal primo ottobre al 30 novembre 2012 con il martedì e il venerdì di “silenzio venatorio”; ogni cacciatore potrà prelevare al giorno e per stagione un numero massimo di dieci unità per ciascuna specie. Si potranno usare esclusivamente appostamenti fissi e temporanei e secondo queste indicazioni sarà concesso l'utilizzo di richiami vivi appartenenti alle specie in deroga utilizzando unicamente capi di allevamento e muniti di anellino inamovibile.
Il Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Carlo Saffioti (PdL) ha spiegato che la discussione in aula è stata calendarizzata per la seduta di martedì 25 settembre. "Apprezzo il buon lavoro svolto dalla Commissione - ha detto Saffioti - che ha saputo elaborare e “aggiustare” il provvedimento iniziale trovando una nuova formulazione adeguata alle richieste e alle direttive comunitarie”. “Quest'anno pertanto su questo tema non ci sarà un atto legislativo proprio della Regione –evidenzia ancora il Vice Presidente Carlo Saffioti-, ma sarà data ai singoli territori provinciali facoltà di decidere in piena autonomia e libertà: una strada che ci dovrebbe permettere di evitare la bocciatura e le sanzioni dell'Unione europea”.