"Federcaccia, per tutelare la posizione di 30mila cacciatori presenti in regione (che per il solo tesserino venatorio hanno speso in media 500 euro), ha deciso di
agire legalmente nelle sedi opportune". Lo si legge quest'oggi sul sito della Federcaccia a commento dell
'ennesimo ricorso animalista contro le disposizioni regionali in Piemonte sul calendario venatorio. "Per questo - dice la nota di Fidc Piemonte - è stato affidato un incarico all'avvocato Antonio Viglione di Mondovì, anche per difendere un sistema che genera un volume di affari di circa 70milioni di euro all'anno".
"Non avremmo voluto arrivare a tanto - commenta
Bruno Morena, presidente di Federcaccia Piemonte - ma vista la gravità della situazione era doveroso intervenire. Siamo stufi, dobbiamo difendere l'interesse degli iscritti che non possono soddisfare una loro legittima passione. Abbiamo dato mandato a un nostro legale di tutelarci e affiancare la Regione per raggiungere gli obiettivi prefissati".
"Interverremo in giudizio a difesa delle tesi della Regione che riteniamo fondate -commenta l'avvocato Antonio Viglione, legale di Federcaccia - e costituiremo un gruppo di lavoro per collaborare con le istituzioni e creare norme utili a impedire che in qualche modo si possa vietare l'esercizio di un attività pienamente legittima".
Sulla vicenda si attende ora la decisione del Tar che però fino a ieri non aveva ricevuto alcun ricorso. In base alla sentenza si decideranno le prossime mosse. Ma Federcaccia - conclude la nota - non starà alla finestra e studia le contromisure già prima dell'udienza finale prevista per l'autunno del prossimo anno.