In data 26 settembre il Cupav di Brescia ha inviato un documento alla Giunta Formigoni in cui chiede un impegno formale sulle deroghe dopo l'affossamento del progetto di legge approvato dalla Commissione consiliare.
Le associazioni venatorie aderenti al Cupav di Brescia (Acl, Libera Caccia, Anuu Migratoristi, Cpa, Enalcaccia, Fidc e Italcaccia) chiedono al Presidente Formigoni e alla Giunta di assumersi la responsabilità “di adottare quanto prima una delibera che autorizzi il prelievo in deroga alle specie fringuello, peppola, frosone, pispola e storno nell’osservanza dei limiti previsti dall’art. 9 della direttiva comunitaria uccelli, sull’intero territorio regionale, evitando deleghe alle Province peraltro non previste dall’art. 19 bis della legge 157/92 e comunque elusive della competenze riservate alle Regioni, anche in ordine ad una garanzia di organicità sul territorio della regione che eviti divisioni e incomprensioni tra gli stessi amministratori e i cacciatori”.
Le associazioni bresciane ribadiscono che la caccia alla migratoria, e dunque alla specie in deroga, interessa solo nella provincia di Brescia qualcosa come 15-18 mila cacciatori, che praticano tradizioni secolari legate ai valori della ruralità. Nel documento si fa inoltre presente che la caccia in Italia occupa oltre 90 mila posti di lavoro (di cui la maggior parte in regione Lombardia).