Rinvio per la delibera di Giunta sulla
caccia in deroga. Lo ha deciso la Commissione Agricoltura del Consiglio regionale del Veneto, chiedendo un parere all'avvocatura regionale per
valutare "eventuali responsabilità civili e penali" "anche in relazione con la sentenza di condanna già pronunciata nel 2010 dalla Corte di giustizia europea".
La proposta illustrata dall'assessore regionale Daniele Stival prevede la possibilità di cacciare
storno, fringuello, peppola e pispola (4 specie invece delle 6 dello scorso anno) per un mese e mezzo (fino al 20 novembre, mentre negli anni scorsi le specie in deroga erano cacciabili per 3 mesi sino al 31 dicembre). Nonostante riduzioni sul numero massimo di capi abbattibili e sul sistema di segnatura e monitoraggio dei prelievi, la commissione ha preso atto della possibilità, paventata dalle associazioni ambientaliste e dai rappresentanti di Italia dei Valori - di incorrere in sanzioni pecuniarie.
"I primi a imprimere una frenata al provvedimento - si legge in un comunicato stampa del Consiglio regionale - sono stati proprio i consiglieri della
Lega Nord che, attraverso il vicecapogruppo Paolo Tosato, hanno proposto di dare "un
sì condizionato" al provvedimento della Giunta, verificando prima la sussistenza effettiva del rischio sanzioni. Per i consiglieri di Italia dei Valori e del Partito Democratico la Giunta regionale dovrebbe invece ritirare il provvedimento perché - hanno rilevato Sergio Reolon e Graziano Azzalin - appare "un atto di arroganza" nei confronti delle istituzioni e delle norme comunitarie".
"Primo a chiedere il ritiro della delibera era stato Gennaro Marotta (Italia dei Valori) che ha ricordato che la direzione generale Ambiente della Commissione Europea a fine luglio ha già fatto sapere alle autorità italiane e alla Regione Veneto che se l'Italia (e quindi la Regione Veneto) applicherà anche per la stagione venatoria 2012-2013 deroghe illegittime, la Commissione europea chiederà l'imposizione di sanzioni pecuniarie contro la Repubblica Italiana. Per Marotta il provvedimento adottato dalla Giunta il 3 ottobre "espone il Veneto e l'Italia a pesanti sanzioni dell'ordine di centinaia di migliaia di euro solo per accontentare la ristretta lobby dei cacciatori". Perplesso a votare una norma a rischio di illegittimità si è detto anche Stefano Peraro (Udc).
In difesa, invece, della caccia in deroga e del provvedimento impostato dall'assessore Stival, si sono pronunciati Moreno Teso e Dario Bond, del Pdl. Teso ha suggerito di normare il calendario venatorio e la caccia in deroga attraverso una legge (non impugnabile dei giudici amminstrativi) anziché attraverso un atto amministrativo. Per il capogruppo Bond i dati scientifici dimostrerebbero che le specie volatili cacciabili in deroga non sono affatto in declino, anzi in aumento, e ha invitato quindi la commissione a non retrocedere rispetto alla consueta autorizzazione alla pratica della caccia in deroga, dato che la normativa europea in materia non è cambiata negli ultimi trent'anni.