Il Governo Monti si appresta a dare l'ennesima sforbiciata a diversi settori della Pubblica Amministrazione, con consistenti
tagli nella sanità, nel sociale e nella scuola, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporterà al Paese e alle classi più deboli. Non ci si poteva certo aspettare che la mannaia non sarebbe caduta anche sulle
esose amministrazioni degli Enti Parco!
E infatti il rubinetto si chiude anche per loro, con nuovi tagli a tappeto decisi per gli organici delle aree protette nazionali e regionali. Si prevede in sostanza di salvaguardare solo i compiti essenziali, tagliando tutte le competenze considerate superflue e troppo onerose.
Negli scorsi giorni le associazioni ambientaliste italiane hanno scritto a ministro dell'Ambiente e governo per segnalare le già esigue risorse a disposizione degli enti parco e l'impossibilità di mantenere vivi tutti i servizi delle aree protette in caso di ulteriori tagli. Le associazioni paventano rischi per la difesa della biodiversità e mettono in guardia sulla possibilità che, con questi ulteriori tagli, i Parchi perdano anche le capacità di intercettare finanziamenti straordinari dall'Unione Europea, con i quali portare avanti progetti di ricerca, sviluppo e conservazione, che – secondo le associazioni – contribuiscono al contempo alla crescita sociale ed economica dei territori.
Le associazioni ambientaliste e Aidap (Associazione italiana direttori e funzionari aree protette) chiedono una compensazione "trasversale", che salvaguardi il sistema delle aree protette nazionali. Aidap in particolare propone che venga convocato al più presto un tavolo di concertazione politico, ma anche tecnico e sindacale, per salvaguardare il futuro dei Parchi, pensando ad eventuali tagli mirati a colpire sprechi e inefficienze. Aidap chiede quindi al Parlamento di cogliere l'occasione di analizzare seriamente il sistema degli autonomi che gestiscono i parchi nazionali, istituendo forme di servizi centralizzati per tutti gli enti parco (elaborazione buste paghe, acquisti, appalti, adempimenti burocratici...) lasciando alle ridotte piante organiche dei parchi il compito fondamentale di occuparsi della vera "mission" delle aree protette.