La
caccia al colombaccio è tra le piu' amate in tutta Italia, tant'è vero che gli appassionati hanno costituito più di un club dedicato a questo magnifico volatile. Versatile e popolare, la caccia alle palombe è
un'arte tramandata dalla tradizione, diversa di regione in regione, viste le diverse consistenze della specie, concentrata su particolari rotte migratorie.
In Italia il
Colombaccio nidifica ampiamente, a partire dal comparto alpino e quindi lungo tutta la penisola e nelle isole maggiori, ma con distribuzione frammentata. In ottime condizioni in termini di consistenza numerica, la specie in Italia negli ultimi anni ha allargato il suo areale soprattutto nel nord e nelle regioni centrali. Il colombaccio migra regolarmente attraverso l’Italia ed è presente anche come svernante, con una popolazione probabilmente superiore ai 500.000 individui.
Il mese migliore per la
caccia al colombaccio, salvo annate difficili, è ottobre, con giorni di punta che solitamente si concentrano entro le prime due settimane del mese. Certo, molti praticano anche la caccia vagante o da appostamento temporaneo al colombaccio, ma questa specie (dalle ottime carni, cucinate in tutte le salse: mitico il palombaccio alla leccarda di Amelia, eccezionale il più comune risotto) dà il massimo delle soddisfazioni con l'utilizzo dell'apposita
attrezzatura da appostamento, sia temporaneo che fisso, con straordinarie costruzioni di rami e vegetazione che possano nascondere il cacciatore dalla vista del selvatico, è noto infatti che il colombaccio abbia una vista acutissima e sia particolarmente diffidente.
Come ben sanno i cacciatori della Maremma toscana e laziale, dove questa caccia è praticata con assidua tenacità dalla stragrande maggioranza dei cacciatori, ci sono varie tecniche per sorprendere cacciare il colombaccio, oltre alle apposite
giostre colombaccio, ci si può aiutare con i dovuti
richiami manuali o, se siamo particolarmente bravi, attirarli con il rugolo, una tecnica che consente di imitare alla perfezione il verso del selvatico utilizzando le sole corde vocali. Altre regioni dove la tradizione si perde nella notte dei tempi sono l'Umbria e le Marche, che riportano alla memoria storie di incredibili riprese.
L'appostamento ideale è quello realizzato sulle chiome degli alberi, contornato di richiami,
racchette per zimbelli e volantini appositamente addestrati. Non è cosa da tutti, i nostri volantini dovranno fare il loro lavoro alla perfezione, ed involarsi alla vista dello stormo di colombacci per dirottarli nella nostra direzione. In questi ultimi anni, insieme a una aggiornatissima attrezzatura supertecnologica, si è diffusa la caccia dal campo, soprattutto nelle pianure costiere e nella Valle Padana, nelle zone dove in autunno e in inverno si affollano gli stormi di stanzianti, attratti da ricchi pascoli. Analoga a quella che si pratica dal palco, si svolge tuttavia a terra, usufruendo comunque di
stampo colombaccio e zimbelli. Per la
caccia al colombaccio, visto che a quell'altezza sul capanno si rischia di sparare di solito a distanze troppo ravvicinate, è necessario avere una giusta strozzatura delle canne, nè troppo alta, nè troppo bassa.