E' stata
respinta dal Consiglio regionale del Piemonte la mozione presentata da Pd, Idv, Fds Sel che chiedeva la
revoca della delega alla Caccia all'Assessore regionale Claudio Sacchetto. La maggioranza ha votato compatta, respingendo così tutte le critiche avanzate all'assessore a seguito delle vicende sul referendum anticaccia e al calendario venatorio recentemente approvato.
Andrea Stara (Insieme per Bresso), ha accusato l’assessore “di non essersi confrontato con le associazioni ambientaliste e con il Consiglio regionale e di
aver cancellato una legge senza mantenere l’impegno di presentarne una nuova, indossando la casacca di cacciatore piuttosto che la giacca di assessore”. Stessa accusa è stata mossa da alcuni esponenti del Pd: Ronzani, Muliere, Boeti e Reschigna, che ritengono l'assessore un
interlocutore non più credibile nei confronti delle associazioni ambientaliste, dei cacciatori "tenuti nell'incertezza fino all’ultimo sulla data di apertura della stagione venatoria", e dell’Assemblea regionale, "che attende da mesi di discutere la nuova legge che disciplinerà la caccia".
A favore di Sacchetto si è espresso prima della votazione il Presidente Cota, il quale ha messo l'accento sulla competenza dell’assessore, “che - ha detto - sta svolgendo un’azione quanto mai proficua e concordata in ogni dettaglio in totale accordo con il presidente dell’Esecutivo”. Anche Gian Luca Vignale e Roberto Boniperti (Progett’Azione) hanno difeso l’operato di Sacchetto "che, se in due anni non ha ancora compilato il piano faunistico - sottolineano - non è per cattiva volontà ma perché si tratta di un compito complesso, da affrontare con equilibrio e senza partigianeria". Per Gianfranco Novero e Michele Marinello (Lega Nord) l’assessore ha fatto del proprio meglio e se ha responsabilità verso i promotori del referendum le condivide con tutti gli assessori che lo hanno preceduto e non hanno fatto nulla per rispondere alle loro richieste.