Sospensione dell'attività venatoria in alcune aree della Rete Natura 2000 in Piemonte. Lo ha deciso ieri una delibera presentata dagli assessori
Claudio Sacchetto, William Casoni e Roberto Ravello sulla base delle indicazioni fornite da un apposito gruppo di lavoro incaricato di identificare tra le 142 aree della Rete Natura 2000 quelle dove l’attività venatoria è in grado di i
nfluenzare lo stato di conservazione delle specie o habitat tutelat.
12 aree (Dorsale Monte Ebro-Monte Chiappo, Fiume Tanaro e Stagni di Neive, Zone umide di Fossano e Sant'Albano Stura, Altopiano di Bainale, Alto Caprauna”, Alte Valli Stura e Maira, Lama del Badiotto e Garzaia della Brarola, Val Grande, Alte Valli Anzasca, Antrona e Bognanco, Alta Val Strona e Val Segnara, Val Formazza, Alpi Veglia e Devero-Monte Giove), come si legge nella comunicazione ufficiale sul sito della Regione, sono risultate sensibili e quindi
da sottoporre al secondo livello del procedimento di valutazione di incidenza.
Anche per altre 13 aree parzialmente ricomprese in parchi naturali oppure ubicate in Province dotate di piano faunistico-venatorio assoggettato a procedure di valutazione ambientale strategica, sono necessari ulteriori approfondimenti (Oasi xerotermiche della Val di Susa-Orrido di Chianocco, Rocciamelone, Mulino Vecchio nella Fascia fluviale del Po, Monte Fenera, Alta Valsesia, Paludi di San Genuario e San Silvestro, Alpi Marittime, Torrente Orba, Greto dello Scrivia, Capanne di Marcarolo, Fiume Po tratto vercellese-alessandrino, Garzaie novaresi, Risaie vercellesi). Allo stesso gruppo di lavoro dovranno pervenire entro 30 giorni le relazioni di incidenza degli Ambiti territoriali di caccia, dei Comprensori alpini e degli istituti privati della caccia nel cui territorio di competenza le aree sopracitate ricadono o sono prossime, nonché le osservazioni delle maggiormente rappresentative associazioni onlus preposte alla tutela ambientale.