Sulle diverse vicende che hanno riguardato il
calendario venatorio della Sardegna e le posizioni delle associazioni venatorie sarde prima e dopo l'approvazione del testo,
Marco Efisio Pisanu, presidente di Cpa Sardegna, in un articolo pubblicato sulla rivista
La caccia al cinghiale, ricostruisce gli eventi degli ultimi mesi: dalla formulazione di una proposta unitaria da parte delle associazioni venatorie fino all'approvazione in sede di comitato tecnico faunistico di un testo differente, che a suo dire, sarebbe il risultato di una mancata difesa da parte di Fidc, Sardacaccia e Ucs della proposta concordata.
Con il Cpa si schierano anche gli armieri segnalando "
il peggiore calendario dell'ultimo decennio, sia per i 'tempi' in quanto - dicono - con l'apertura al 30 settembre piuttosto che al 16 settembre, come concordato, noi armieri abbiamo perso un mese di lavoro", "sia nella 'forma' con tutte le sue limitazioni quali le distanze per la caccia alla posta senza l'uso del cane, il divieto di utilizzare la canna rigata alla caccia vagante al cinghiale e per finire in bellezza il 'lenzuolo' al posto del tesserino regionale che in certi Comuni è stata causa di ulteriori esborsi per i cacciatori". Vero che le associazioni presenti al Comitato Faunistico hanno chiesto una convocazione dello stesso per riparare a queste pecche, ma secondo Cpa e gli armieri ci si doveva muovere prima e tutti uniti, per il bene della caccia.
Da qui le considerazioni di Pisanu, nella lettera inviata una ventina di giorni fa alle associazioni venatorie sarde, in cui si evidenzia principalmente un unico problema, che
non riguarda solo la Sardegna, ma nel complesso tutto il sistema venatorio italiano. "Tante volte - dice - mi sono chiesto perchè in Italia nei confronti dei cacciatori è più facile sottrarre che concedere, e sono convinto che un ruolo fondamentale sia stato giocato in questi ultimi anni dalle
divergenze tra le varie associazioni". "Noi - continua - abbiamo il dovere di fare qualcosa per cercare di risolvere gli annosi problemi che affliggono la nostra categoria, e se vogliamo veramente cambiare rotta è giunto il momento di
lavorare insieme". "Se riusciamo a capire l'importanza che ha, e soprattutto l'effetto che potrebbe sortire sull'opinione pubblica, il fare un lavoro unitario, beh forse siamo sulla strada giusta". Quindi Pisanu si appella ai cacciatori, affinchè spronino le proprie associazioni e ai dirigenti, ai quali chiede di lasciare da parte la concorrenza e la corsa alle tessere "il mondo venatorio ci guarda - conclude - e si aspetta da tutti noi fatti concreti e iniziative tangibili".