Il
posticipo della caccia al cinghiale al 21 ottobre 2012, anziché dal 14 come previsto nel calendario venatorio, deciso dalla regione Marche per la Fidc interprovinciale Ascoli Fermo "non fa altro che
aggravare il rapporto tra mondo venatorio ed agricolo, mettendo a serio rischio la rottura di un equilibrio che si era creato negli anni tra le due categorie, con conseguenze imprevedibili per il futuro della caccia".
"Tutto ciò - dice la nota Fidc - determinerà, comunque, da parte degli Ambiti di Caccia,
maggiori esborsi di risorse economiche proprie, da destinare al pagamento dei tantissimi danni alle colture già pervenuti e che perverranno (attualmente le colture di mais sono ancora in essere) a causa della specie cinghiale.Il fondo regionale destinato al pagamento dei predetti danni non è ancora stato definito e non si sa nemmeno se verrà erogato. Dove vengono destinati i soldi dei cacciatori? Quando e in che forma verranno ristornati alla caccia?Chiediamo di saperlo con chiarezza ed è ora che il mondo politico ci dia risposte certe per i nostri diritti.
Fidc inoltre segnala che "la Legge Regionale sulla caccia, modificata in più riprese negli ultimi mesi, è ancora deficitaria in diversi punti, come, peraltro, risultano inadeguati i regolamenti in materia venatoria, che lasciano dubbi ed incertezze sulla loro applicazione". Per questo si chiede che la Giunta Regionale prenda atto della
gravissima situazione che sta creando al mondo venatorio ed agricolo, assumendosi tutte le responsabilità e gli oneri del caso e che ci dia risposte certe ed immediate.In caso contrario, - conclude l'associazione - la FIDC revocherà il mandato ai propri delegati all’interno degli organi di gestione degli ambiti di caccia regionali".