Una nota dell'Arci Caccia di Lucca torna ad alzare la protesta contro i costi aggiuntivi che i cacciatori di cinghiale dovranno sostenere a seguito dell'applicazione di una recente delibera della Provincia. "Infatti - spiega Arcicaccia Lucca - sta accadendo che in diversi casi i praticanti questa attività venatoria dovranno sborsare f
ino a 40 € in più se vorranno andare a caccia. Il tutto magari per non aver raggiunto il piano di prelievo per pochi capi (in un caso si parla di tre cinghiali!!!) senza tenere conto dell’immenso impegno profuso durante tutta l’estate per fronteggiare le incursioni dei cinghiali nelle coltivazioni".
L'associazione ricorda che i cacciatori a cui oggi si richiede questo ulteriore “balzello” sono gli gli stessi che nei mesi precedenti hanno messo in atto una lunga serie di interventi di abbattimento e prevenzione, a loro spese e spesso in condizioni operative assai complicate: il tutto nell’ottica della massima collaborazione. "Oberare di nuove tasse chi già ci mette del suo oltre la normale stagione di caccia è
del tutto controproducente, come peraltro avevamo evidenziato in passato, prima dell’approvazione del provvedimento. In altre realtà provinciali toscane non esiste nulla di tutto ciò ed eventuali contributo richiesti sono poco più che simbolici ed in certi casi viene valutato più che il semplice e numerico raggiungimento di determinati obiettivi l’impegno reale messo in campo anche attraverso forme incentivanti".
"Pertanto - chiude la nota - chiediamo ancora a Provincia ed ATC 12 di tornare sui propri passi. Nel frattempo l’Arci Caccia non potrà che chiamare alla mobilitazione i cacciatori di cinghiale lucchesi, nella speranza che non siano necessarie iniziative forti per far comprendere che solo con la collaborazione e l’incentivazione e non con la vessazione si possono ottenere risultati apprezzabili".