Durante una conferenza stampa a Brescia, martedì 30 ottobre è stato presentato ufficialmente il
Partito Civiltà Rurale. Un partito che
parte dai cacciatori e a loro fa riferimento ma non solo: mira a difendere e tutelare l'
identità rurale in tutte le sue sfaccettature e declinazioni: allevamento, agricoltura, agriturismo, ambiente, caccia, pesca, sviluppo sostenibile e tradizioni.
Un partito che mette al primo posto la cura per l'ambiente ma da valutare "con la lente della scienza - riporta il Corriere della sera - e respinge in modo netto il modo di fare politica dell'ambientalismo nostrano, che si propone sempre e comunque per il no a tutto quello che è progresso".
"Diciamo no a quelli che dicono sempre no": non solo chi dice no alla caccia, come Lac, Lav eccetera, ma anche a chi si oppone a progresso e sviluppo,no quindi anche ai No Tav, ai No global e in generale agli Antagonisti e ai disobbedienti. Sì invece al fare, al merito, alla tutela delle autonomie e delle minoranze.
Il partito Civiltà Rurale si oppone anche alla vecchia politica e si propone come un'entità nuova, svincolata dai partiti tradizionali: "E' inammissibile che in parlamento siedano persone condannate, il mestiere del politico di professione va eliminato, il mandato parlamentare deve essere a termine. I partiti sono la linfa della democrazia, è il modo di far politica dei partiti che è sbagliato" dicono.