Durante la seduta congiunta delle commissioni Ambiente e Agricoltura di mercoledì 31 ottobre, è stata rinviata per approfondamenti e ulteriori osservazioni la proposta di legge sulle
“Disposizioni per la realizzazione di manufatti a supporto dell’attività venatoria dei cinghiali”, di iniziativa di alcuni consiglieri del Pd (Ceccarelli, Brogi, Ferrucci, Spinelli, Rossetti, Parrini, Ruggeri, Pellegrinotti, Giani). Il testo intende disciplinare le “procedure per il rilascio del titolo abitativo, le modalità di utilizzo, i divieti di localizzazione ed il vincolo di destinazione”. In tutti i casi, è chiaramente scritto in legge, i Comuni possono “limitare o vietare le realizzazioni e vincolare la tipologia di materiale per la loro costruzione”.
Lo stop deriva da un contrasto interno al Pd a seguito delle critiche avanzate dagli agricoltori, che vedono nella legge una forzatura che crea privilegi per i cacciatori, visto che i manufatti agricolti continuerebbero ad essere sottoposti a iter burocratici complessi e molto lunghi. Anche se a queste obiezioni ha risposto il presidente della commissione Ambiente Ceccarelli respingendo le accuse di una legge ad hoc: “Non è un provvedimento fatto per soddisfare le richieste di una lobby.
L’esigenza di risolvere un problema reale e concreto sul territorio ci arriva direttamente dalle amministrazioni locali”. Quanto poi alla “facilità di costruzione dei manufatti”, sottolineata da molti consiglieri, Ceccarelli ha ribadito: “Nulla si fa in deroga ai procedimenti autorizzativi previsti dalla legge urbanistica”. “Ogni richiesta deve essere presentata al Comune e rientra nelle more di un qualsiasi procedimento di permesso a costruire”.
La decisione di rimandare la discussione è stata suggerita dal
vicepresidente della Commissione Ambiente, Andrea Agresti (Pdl), che d'accordo con la proposta di legge, ha proposto un “approfondimento” anche prendendo in considerazione “manufatti esistenti”. “Ho alcune perplessità - ha dichiarato - sul testo come l’individuazione della figura giuridica responsabile nel presidente della squadra che cambia troppo spesso. Esistono però strutture sul territorio che potrebbero essere utilizzate e recuperate”.