Ha 26 anni
Alessandro Cerofolini, abita a Lastra a Signa (FI) e studia
Scienze e gestione delle risorse faunistico ambientali alla
Facoltà di Agraria a Firenze. Della caccia pensa che sia sbagliato considerarla uno sport: “è uno stile di vita – dice - un modo di essere, è l'essenza dell'essere umano”.
Concetti forse difficili da capire per chi non la pratica, per chi non ha visto, sentito e vissuto le emozioni che si provano in una sola giornata nel bosco, a contatto con la natura e i suoi animali. Per Alessandro la caccia è tutt'altro che un passatempo, lui che a questa passione ha dedicato il suo percorso di studi, non ha dubbi: “la caccia ora -spiega - è anche un dovere morale specialmente per noi giovani cacciatori, dobbiamo fare qualcosa per riabilitare agli occhi dei numerosi scettici la figura del cacciatore”.
Alessandro pratica prevalentemente la caccia a palla agli ungulati, specialmente al cinghiale in battuta, ma anche la caccia ai colombi al capanno. In futuro spera di riuscire a far diventare questa sua passione una professione, magari lavorando in un organo di gestione territoriale della sua zona.
La gestione faunistica è infatti uno di quei canali importanti per riabilitare la figura del cacciatore. “Se svolta in maniera oculata, prestando attenzione a tutta la cornice ambientale – dice Alessandro - credo possa essere un
elemento fondamentale per la salvaguardia dell'ambiente”.
Riguardo alle associazioni venatorie pensa che dovrebbero essere un elemento fondamentale di coordinazione e unione tra istituzioni e cacciatori, e che invece questo ruolo nella realtà viene svolto poco e male.
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