La caccia alla beccaccia è da sempre tra le più amate dai cacciatori di tutti i tempi. L'indiscusso fascino che accompagna la "regina del bosco" è suscitato dal lungo viaggio che questo instancabile uccello compie puntualmente ogni anno dalle latitudini più fredde, dove nidifica, prima di svernare nell'Europa più mite. Concorrono a crearne il mito l'eleganza e l'astuzia che caratterizzano questo volatile e la conseguente difficoltà per i cacciatori di incarnierarla, anche dopo lunghe e meticolose ricerche con i cani più dotati. Di giorno si nasconde nel fitto del sottobosco e scovarla è tutt'altro che facile. Anche una volta individuata e fatta alzare in volo con l'aiuto del cane, l'impresa è tutt'altro che compiuta: il suo volo imprevedibile spesso inganna il tiratore più esperto tanto basta per farla ritornare nel folto della boscaglia.
La caccia alla beccaccia è diffusa in gran parte del paese, ovviamente concentrata sulle zone di passo e di sosta. In Italia la migrazione post-riproduttiva proviene da una vasta area che comprende genericamente la Finlandia, l'area baltica, la Russia continentale e le aree balcaniche. Il passo - come dice il rapporto Ispra sulla fauna cacciabile - inizia a settembre e si prolunga fino a dicembre, con un picco collocabile tra la metà di ottobre e l'inizio di dicembre. Le segnalazioni di beccacce inanellate all'estero diventano regolari a partire dalla decade centrale di ottobre. Successivamente, le ricatture aumentano significativamente, aggiungendo il picco annuale nella decade centrale di novembre, a cui segue una diminuzione e poi un secondo picco che coincide con la decade centrale di dicembre. In gennaio si osserva un decremento nella percentuale di ricatture, con un modesto picco nella decade centrale del mese. Se si escludono due ricatture segnalate in marzo, non si hanno dati fino alla fase post-riproduttiva. Il periodo di migrazione pre-nuziale definito per l'Italia nel documento ORNIS della Commissione Europea va dalla seconda decade di gennaio all'ultima decade di febbraio.
Essendo vietata, per ovvi motivi ereditati dalla stessa etica venatoria, la caccia da appostamento (un selvatico di questa caratura va affrontato sul suo terreno di gioco, dove può sfoderare tutte le sue astuzie), la beccaccia viene cacciata ovunque in forma vagante con il cane. La caccia vagante alla beccaccia è tra quelle che danno maggiori soddisfazioni in termini cinotecnici. Il lavoro di un buon cane da ferma è infatti senz'altro determinante per la buona riuscita della caccia alla beccaccia, ma tocca al bravo beccacciaio conoscere a fondo le abitudini del selvatico, il suo volo, i punti di sosta e, naturalmente, avere una buona mira a finalizzare il lavoro di squadra compiuto con il cane. Quanto alle attitudini del cane, in parte conta molto un buon addestramento: dobbiamo essere certi di avere un soggetto abituato a comprendere alla perfezione il significato di ogni nostro gesto, ma in larghissima parte si tratta di vera sensibilità venatoria del nostro fido ausiliare, pronto a sopportare umidità freddo e qualche graffio nei rovi. Anche per il cane, in fondo, è un fatto di pura passione.
Fondamentale per chi pratica più forme di caccia sar�
adeguare il proprio fucile con i giusti
strozzatori. Per la caccia alla beccaccia si utilizzano canne corte e poco strozzate (a causa del tiro solitamente a breve distanza, si usano anche cartucce dispersanti). Portiamo con noi tutta l'attrezzatura necessaria: uno
zaino con tutto l'occorrente, un
carniere,
giberne per le cartucce e un
abbigliamento caccia comodo e preferibilmente mimetico o su colori tenui verde, beige o marrone: la beccaccia ha un'ottima vista! Non vi resta che consultare il calendario venatorio della vostra zona di riferimento e godervi le giornate in compagnia della Regina!