A commento dei dati presentati dell'
Operazione Pettirosso del Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato, la
Federcaccia bresciana ridimensiona il problema fin troppo enfatizzato dalla stampa locale. "Tutti - sottolinea l'associazione - ricordiamo le montagne di archetti e reti sequestrate un decennio fa documentate con foro di rito ed incenerimento conseguente. Quest’anno invece i Noa, non trovando più reati di bracconaggio nelle valli si sono dedicati a semplici controlli ai cacciatori riscontrando un certo numero di illeciti. Ma
di illeciti si tratta e non di atti di bracconaggio, che come tali è giusto sanzionare ma non equiparare al bracconaggio che è il prelievo di fauna con mezzi vietati".
Fidc Brescia torna sui costi di questa operazione:
48 agenti su due turni di 15 giorni ciascuno "crediamo che come minimo saranno costati 200.000 euro (poiché mai nessuno è mai riuscito a conoscere i costi reali) e francamente in tempi di crisi sarebbe stato sufficiente fornire mezzi e carburanti agli genti del corpo forestale di Brescia ed i risultati sarebbero stati analoghi. Capiamo che i nostri ragionamenti possono dare fastidio a qualcuno ma poco più di 700 archetti sono un’inezia così come 45 fucili sequestrati equivalgono allo
0,2% dei cacciatori bresciani! Corpo Forestale dello Stato della provincia di Brescia e Nucleo Ittico venatorio della polizia provinciale sono più che sufficienti non solo per far rispettare le leggi ma soprattutto per effettuare un corretto servizio".
Secondo l'associazione bresciana essendo tutto l’anno sul territorio questi ultimi hanno la possibilità di effettuare un servizio preventivo ed educativo e non solo punitivo come invece appare quello portato avanti dal NOA, spesso e volentieri in borghese. Mentre gli agenti di ruolo della Forestale sono conosciuti e rispettati per il loro ruolo, i secondi sono temuti per i modi troppe volte aggressivi. "Non è bello infatti - sottolinea la Fidc bresciana - vedersi circondati da 8/10 agenti in borghese quasi si fosse dei malavitosi di prima categoria. Chi sbaglia è giusto che paghi ma anche
un cacciatore sanzionato conserva diritti che la costituzione ed il diritto civile gli assegna. Purtroppo in tutti questi anni la classe politica bresciana non è riuscito a chiarire il ruolo di questi Noa".