Con un abile assalto mediatico l'europarlamentare Idv
Andrea Zanoni continua a spargere zizzania, mescolando a suo piacimento le carte in tavola sul fronte delle
deroghe alla direttiva Uccelli. Con l'ultimo comunicato inviato alla stampa, certifica la morte della
caccia in deroga in Italia partendo dall'invio di un parere negativo che sarebbe stato inoltrato dal nostro Dipartimento Politiche europee al Presidente della Quarta Commissione consiliare del Veneto sul progetto di legge per le
deroghe 2012 - 2013.
Secondo Zanoni l'accenno ad un possibile ricorso alla Corte di Giustizia Ue in caso di approvazione del provvedimento e quello alle sanzioni che ne potrebbero derivare, dimostrerebbero “l
'illegalità della caccia in deroga rispetto alle normative europee”. E per avvalorare questo porta esempi (ben più gravi, legati all'inquinamento ambientale e allo smaltimento dei rifuiti) che con la questione deroghe nulla hanno da spartire. “I cacciatori – dice tuttavia Zanoni - prendano atto di essere stati presi in giro da chi andava raccontando loro che la caccia in deroga era legittima e rispettosa delle normative europee”. Niente di più inesatto;
in realtà nulla è cambiato rispetto alla precedente situazione: le deroghe sono ancora possibili e lo dimostra il fatto inconfutabile che vengono frequentemente applicate da molti altri paesi UE.
Il problema in realtà è un altro - dicono in molti - e si chiama Ispra:
mancano dati certi e aggiornati sulle consistenze dei flussi migratori, manca quella volontà, che in altri paesi è prassi, di garantire anche ai cittadini cacciatori risposte circostanziate e basate su dati scientifici. In sostanza nulla può cambiare sul fronte della piena applicabilità (resa più complicata, per la verità, dal
pasticcio provocato nel 2011 con la Comunitaria) se a quel meccanismo opportunatamente previsto in particolari situazioni dall'Europa, non si risponde con criterio e serietà.
Un passo opportuno e universalmente richiesto proprio dal mondo venatorio è quello di dotare il nostro paese delle necessarie
Linee Guida per la corretta applicazione del regime di deroga. Fino ad allora le Regioni eviteranno di correre quei rischi che lo Stato italiano, unico responsabile di questa situazione, finora non ha voluto assumersi. Vero che sullo storno qualcosa si è mosso, dal 2008 sono stati compiuti i passi necessari per arrivare all’
inserimento dello storno tra le specie cacciabili, la palla è passata all'UE, ma i tempi sono piuttosto lunghi.