Si sono appellate al principio della
mancata attuazione di metodi alternativi al contenimento le associazioni animaliste
Lac, Vittime della Caccia e Animal Liberation, che negli scorsi giorni si sono viste accordare la sospensione del provvedimento provinciale per il
controllo delle volpi nel territorio di Reggio Emilia. Operazioni che annualmente rientrano nei piani di gestione degli Atc e che finora, almeno dal 2003 a questa parte, avevano permesso di ridurre le problematiche dovute alla crescita di una specie che purtroppo crea danni al patrimonio faunistico.
Ora resta da capire, in assenza delle operazioni di contenimento, come e chi si prenderà la briga di affrontare il problema. Con le casse dei governi regionali e provinciali ridotte all'osso (la provincia di Reggio Emilia sarà anche tenuta a pagare le spese legali per aver perso il ricorso) non è difficile capire che questo ennesimo intervento delle associazioni animaliste non fa altro che gettare la gestione faunistica nel caos più completo.
Il Tar si esprimerà nel merito del giudizio non prima del prossimo anno (l'udienza è fissata addirittura per il 23 ottobre 2013) e questo consegna la vittoria in tasca agli animalisti. Ma a quale prezzo? Gli animalisti sanno spiegare quali mezzi alternativi conoscono, quanto possano essere realmente efficaci e a quale prezzo per la pubblica amministrazione? Hanno presentato loro progetti con i dovuti preventivi di spesa alle istituzioni? Si sono fatti carico del problema da un punto di vista ambientale? Se si pretendano di essere ascoltati e portino le prove di quello che affermano.