Tra i molti attacchi ai cacciatori, dovuti ad una preconcetta contrarietà all'ars venandi, finiscono quasi sempre con l'essere veicolate da una stampa un po' troppo distratta diverse
informazioni distorte e non verificate. E' così che la notizia del
ritrovamento un uccello agonizzante su un marciapiede leccese è diventato il pretesto dell'
ennesima bufala ai danni dei cacciatori.
La testata
Lecceprima due giorni fa ha pubblicato lo sfogo di
Giovanni D'Agata, fondatore dello sportello dei diritti (da anni membro anche del dipartimento tematico Tutela del consumatore di Italia dei Valori)
, che raccontava dello sdegno dei passanti per quello che erroneamente era stato identificato come un beccaccino agonizzante. La trama imbastita da D'Agata non lasciava spazio a dubbi:
l'uccello era stato appena colpito dai pallini di una doppietta, ed era lì a dimostrare che la caccia è dannosa e va vietata. "Ogni anno, infatti – si legge in quello sfogo anticaccia -, sono milioni, i caduti tra i volatili vittime di questi spietati soggetti che per il primitivo piacere di uccidere stanno facendo letteralmente sparire specie che abbondavano nel nostro paese nei periodi dei flussi migratori". D'Agata chiudeva con il proporre il sostegno dello Sportello dei diritti a tutte le iniziative volte a
vietare la caccia nel paese.
Ma la verità non ci ha messo molto a venire a galla. Decine di commenti di cacciatori indignati per la confusione involontaria (quella nella foto era una beccaccia) e per quella artefatta, che accusava i cacciatori senza alcuna prova. Sullo stesso quotidiano nella giornata di ieri, mercoledì 14 novembre, la replica è stata concessa a
Giuseppe Raho, vice presidente nazionale dell'associazione Beccacciai D'Italia e responsabile del centro studi "Beccaccia del sud Italia",(realtà – come giustamente si spiega su Lecce Prima - che hanno tra l'altro protocolli d'intesa con la Provincia di Lecce, con l'Atc Lecce, ed in Italia anche con associazioni ambientaliste). Raho ha cominciato col baccettare la redazione del quotidiano. "Il mio invito – scrive Raho - è quello ad
evitare articoli del genere, così fortemente sbilanciati su notizie non verificate e che creano rabbia e situazioni spiacevoli. Nella fattispecie, si tratta di uccelli che ogni anno durante la loro migrazione notturna
vengono attratti dalle luci delle città e finiscono con urtare contro degli ostacoli". "Solo qualche giorno fa - racconta - ben tre beccacce sono state rinvenute a poca distanza l'una all'altra nella città di Taranto, dopo varie supposizioni (gas Ilva, radar militari, ecc): ad un'accurata visita veterinaria è stato riscontrato quello che noi già sapevamo, trauma contusivo tra petto - becco - collo, con conseguente versamento di sangue".
"In buona sostanza, quindi, - fa ammenda il quotidiano on line - anche la beccaccia rinvenuta ieri
non ha nulla a che fare con i cacciatori": "Oggi la caccia - aggiunge Raho -
è accettabile solo in un'ottica di sostenibilità e conoscenza delle specie che si vanno ad insidiare, e va praticata ( visto che la legge attuale lo consente) con la massima attenzione e nel rispetto delle leggi e con molto buon senso".
A dimostrazione di questo percorso il quotidiano fa presente che proprio a Lecce di qui a pochi giorni si terrà un convegno scientifico sulla beccaccia, organizzato dalle associazioni dei beccacciai insieme all'Atc provincia di Lecce. Non tutti i mali vengono per nuocere. In fin dei conti chi legge quel quotidiano e nulla sa di beccacce e beccaccini, ha potuto avere una sommaria idea di come oggi la caccia si basi su principi di piena sostenibilità, con grandissima attenzione da parte dei cacciatori che da anni sono impegnati nella raccolta di dati e in tanti progetti di miglioramento ambientale per favorire la sosta dei migratori.