La
caccia all'allodola oggi è tra le più praticate e amate soprattutto nella zona della Maremma toscana e laziale e in Umbria, dove ancora forti sono le tradizioni dell
'appostamento specializzato con l'utilizzo di richiami manuali o vivi, specchietti e zimbelli artificiali. L'allodola è una specie strettamente paleartica distribuita nella zona boreale, in quella temperata mediterranea e nella steppa.
L'Italia è interessata da una
popolazione nidificante, concentrata soprattutto al sud e nelle isole, da un
flusso svernante (praticamente in tutta la penisola ma più consistente e regolare in aree pianeggianti costiere di Lazio, Campania, Puglia, Basilicata meridionale, Calabria nord-orientale, Sicilia e Sardegna), e da un
consistente passo migratorio, sulle principali rotte verso l'Africa. Una volta arrivate (il flusso migratorio generalmente ha il suo picco
tra la fine di ottobre e le prime settimane di novembre) le allodole sostano nei prati e nei campi arati, dove trovano piccoli insetti, semi e cereali.
Questi piccoli uccelli infatti preferiscono ambienti ampi e con poca vegetazione, come le brughiere e le steppe, si possono trovare in pastura sui campi soprattutto dopo le piogge autunnali e quando soffia il vento di tramontana, condizioni che creano l'ambiente ideale per loro sosta. Proprio a causa della progressiva scomparsa di questo tipo di habitat in vaste aree sempre più urbanizzate, e spesso per i troppi diserbanti usati in agricoltura, la specie è considerata dalla lista rossa di IUCN in recente declino numerico.
Purtroppo l'Ispra non è in grado di fornire stime numeriche dei contingenti in transito e in svernamento in Italia, mentre invece si sa – lo dice l'Ispra - che la popolazione nidificante si attesta nel nostro paese tra le 500 mila e il milione di coppie. E gode di ottima salute.
Abbandonata già da tempo la pratica della
caccia con gli zimbelli (dopo l'introduzione del divieto nella 157/92), oggi la caccia alle allodole è senz'altro divenuta più complicata e offre quindi grandi possibilità di misurare le proprie abilità venatorie. Sfruttando lo stesso principio dell'originaria forma con gli zimbelli, l'allodola viene cacciata
con l'utilizzo di stampi e richiami. I cacciatori migratoristi hanno nel tempo raffinato le loro tecniche e oggi hanno a disposizione
richiami manuali allodola sempre più efficienti e
stampi civetta in plastica che simulano meccanicamente il movimento delle vere civette o
stampi allodola ali battenti. La civetta infatti, vera o simulata che sia, è un forte attrattivo per le allodole, che, spinte da uno spirito gregario di difesa, si avventano sul loro nemico, sorpendentemente esposto alla luce del giorno.
Per la
caccia in appostamento ci vuole la giusta attrezzatura: come
teli mimetici per capanno, un buon
seggiolino da posta, carnieri e l'
abbigliamento caccia mimetico. La caccia all'allodola è praticata anche in forma vagante con l'uso di richiami e fischietti. Alcuni, i più bravi, hanno addirittura imparato questa difficile arte e sono in grado di riprodurre alla perfezione il verso dell'allodola, senza l'uso di alcuno strumento. Il meccanismo del richiamo, ma anche degli
stampi allodola, è semplice: incuriosite dalla presenza di consimili, le allodole tendono ad interrompere il loro volo e scendono alla ricerca di cibo.
Da appostamento, cartucce leggere, con pallini dell'11, un fucile, meglio se a tre colpi, con
strozzatori aperti. Più stretti, con cartucce un po' più robuste, per la caccia alla pedona.