Nata
grazie ai fondi dei cacciatori, in Francia sta muovendo i primi significativi passi una Fondazione che si occupa di
acquisire aree naturali di importanza nazionale, regionale o locale e organizzare il recupero di ambienti degradati, nonché informare ed educare la popolazione sull'importanza della difesa delle risorse naturali e incoraggiare le buone pratiche ambientali. Amministrata dai presidenti delle
federazioni dipartimentali dei cacciatori, un team di scienziati e un rappresentante del Ministero dell'Ambiente, la fondazione
acquista territori con i propri fondi e acquisisce quelli donati da cacciatori e amanti della natura che ne intendono assicurare la conservazione anche dopo la loro dipartita.
La fondazione ha grandissime potenzialità grazie all'
enorme forza economica che ruota attorno al popolo dei cacciatori. Con oltre 1.450.000 cacciatori soci, la Fondazione per la protezione di habitat naturali ha a disposizione ogni anno un
bilancio di grandi dimensioni che finora ha permesso di gestire un patrimonio di circa
4 mila ettari in 43 contee. Tutte queste zone sono gestite direttamente dalle federazioni dei cacciatori, con la partecipazione delle comunità locali. In sostanza la trasposizione nella realtà di ciò che si prefigge la
Rete Natura 2000.
La gestione delle federazioni dipartimentali cacciatori spesso mira infatti a
mantenere l'attività rurale tradizionale del luogo proprio per favorire la
crescita della biodiversità. In molti casi le terre acquisite sono lasciate ai loro vecchi proprietari per permettere il perpetuarsi di antiche pratiche agricole in grado di favorire lo sviluppo della fauna selvatica. Il ruolo educativo di questi territori – si legge sul sito della Federazione nazionale dei cacciatori - deve essere l'occasione per
mostrare il coinvolgimento dei cacciatori a salvaguardia dell'ambiente e per introdurre i giovani alla scoperta di una natura selvaggia e variegata. E 'in questa prospettiva che circa un quarto del territorio gestito dai cacciatori è, o sarà aperto al pubblico. Sono già 150 oggi i siti protetti dalla Fondazione. L'azione congiunta di tutti i cacciatori in Francia su queste aree
conferma il ruolo di "sentinella" del cacciatore nel mantenimento degli habitat per la fauna selvatica, un ruolo che è sotto gli occhi di tutti e per cui l'opinione pubblica non può che essere grata.