Ha scelto il nostro italianissimo senatore Orsi
Jonathan Franzen, romanziere americano in cima alle classifiche di tutto il mondo,
per parlare di caccia nella sua ultima opera
Più lontano ancora (in Italia edito da Einaudi). Franzen, giornalista e scrittore amatissimo in America (il
Time gli ha dedicato una copertina appellandolo come
“A great american novelist”, come aveva fatto solo con i grandissimi Salinger, Nabokov e Joyce), è anche un esponente del mondo ambientalista.
A pagina 86 del libro, rivela Mario Paternostro sul Secolo XIX, potrete leggere questo dialogo: (parte il Senatore Orsi): “immaginiamo la fauna come un capitale che si rivaluta ogni anno. Se spendo l’interesse, posso sempre tenermi il capitale, e il futuro della specie e della caccia sarà salvaguardato”. Ribatte Franzen: “ma esiste anche un’altra strategia di investimento, quella di reinvestire parte degli interessi per far crescere il capitale”. Di nuovo il senatore Orsi: “Questo varia da specie a specie. Per ciascuna specie esiste una identità ottimale, e alcune hanno una identità più alta dell’ottimale, altre più bassa. Però la caccia deve regolare l’equilibrio”.
Il dialogo altro non è, lo conferma il senatore interpellato dal
Secolo XIX, che il frutto di un'interessante
intervista pubblicata nel 2011 da Franzen, incuriosito dalla presentazione del progetto di legge di modifica della 157, di cui Orsi fu il relatore. “È un vero ambientalista – dice Orsi ricordando quell'incontro - con spirito anglosassone, ma non del tutto
ostico all’attività venatoria. Mi telefonò un’assistente e mi chiese un appuntamento. Era la fine del 2010. Andai all’aeroporto e lo portai negli uffici del gruppo regionale del Pdl.
Avevo appena presentato una legge che avrebbe modificato radicalmente la cosiddetta caccia organizzata. Suscitò un vespaio di polemiche, passò in Senato e si arenò definitivamente alla Camera”.
“Chiacchierammo per alcune ore.
Veniva da un viaggio-reportage sul bracconaggio. Prima tappa Cipro, poi Malta, in Campania dove la camorra crea veri habitat per i bracconieri che arrivano da tutto il mondo". “Orsi è un bell’uomo sulla quarantina – scrive Franzen – dallo sguardo dolce. È un appassionato cacciatore che sceglie dove andare in vacanza in base alle prede cacciabili... mi mostrò (Orsi) un giornale con la foto di un cinghiale che correva per le strade di Genova...”. Il cinghiale Piero, star di Facebook con ottomila seguaci".
Come vi siete lasciati? Chiede il giornalista del Secolo XIX: "Benissimo. - risponde Orsi -
È un anticaccia civile, un ambientalista profondo, mosso da una sincera passione". “Pensai che Orsi non avesse tutti i torti – conferma Franzen – ma secondo gli ambientalisti italiani con cui parlai in seguito, la sua retorica dimostrava solo che era bravo a manipolare i giornalisti”.