La gestione faunistica nel
territorio provinciale di Mantova sta facendo registrare
dati sorprendenti se paragonati a quelli di molte altre realtà italiane, tanto che l'Assessorato provinciale sta pensando di creare addirittura
un marchio per promuovere la caccia sostenibile. Ne ha parlato qualche tempo fa anche il quotidiano
Il Sole 24 ore nel suo inserto
Agrisole, oltre che i quotidiani locali. Fu l'assessore provinciale all'Agricoltura,
Maurizio Castelli e spiegare la felice situazione: “i numeri che caratterizzano il territorio mantovano sono
anche 5-6 volte superiori rispetto alle altre province della Lombardia" dice in merito alla buona gestione della lepre. Nell'arco dell'anno, infatti, "il livello minimo di presenza, sull'intero territorio provinciale, è di circa 20mila individui, compresi i 10mila rimasti nelle zone di ripopolamento e cattura subito dopo le catture
. Il livello massimo è invece di circa 40-50mila”.
L'idea di puntare alla caccia sostenibile, annunciata dallo stesso assessore, è dunque inserita in un'ottica di
incentivo alla categoria, che, più e meglio di molte altre, è in grado di garantire un servizio alla collettività e all'ambiente, grazie al mantenimento di delicati equilibri faunistici, fondamentali nell'ottica della lotta per il
mantenimento della biodiversità, come indicato dall'Ue, e sfociata in una relazione definitiva sulla gestione sostenibile che si porta avanti sul territorio provinciale.
Come ci spiega il presidente dell'Enalcaccia di Mantova,
Demis Fracca, si sta dando vita ad
una nuova figura, quella dell'operatore faunistico “che altro non e' che un cacciatore di comprovata esperienza e persona di indubbia fiducia ai quali vengono
affidate in gestione le zone di ripopolamento e cattura, quindi le operazione di censimento e rendicontazione, riferito anche alle speci opportunistiche, per le quali, in relazione ai piani provinciali,
hanno anche il compito di gestirne il contenimento, in stretta collaborazione con i responsabili di zona e sotto il controllo della provincia stessa”.
Chi volesse farsi un'idea più dettagliata, può consultare il
piano faunistico provinciale, che evidenzia una
crescita di esemplari di fauna stanziale (specialmente lepre): su un territorio di circa 202 mila ettari, di cui 92 mila destinati alla caccia programmata e un 25% circa alle zone di ripopolamento e cattura, sono
ben 7 mila gli esemplari di lepri autoctone catturate ogni anno e destinate in parte alla caccia e in parte alle reimmissioni nelle stesse zone di ripopolamento e cattura. Di queste
una buona parte viene ceduta come da accordi provinciali alle province limitrofe. In particolare un progetto triennale della Provincia (che scade proprio quest'anno) ha permesso la cessione di 60 coppie di lepri (provenienti da ogni Atc mantovano, 10 per ogni Atc) alla Provincia di Bergamo. Lo scorso anno c'era anche una convenzione annuale con la provincia di Brescia, grazie alla quale erano state cedute 40 coppie. Senz'altro un buon esempio di gestione da proporre in altre Regioni e Province italiane.