La Commissione Agricoltura della Camera, negli scorsi giorni, ha
ripreso l'esame delle proposte di legge sul tema del contenimento faunistico legato alla piaga dei danni all'agricoltura. Il relatore del testo unificato delle diverse proposte presentate è l'onoreveole del Pdl Monica Faenzi.
La riforma prevede una gestione più organica delle emergenze legate alla eccessiva presenza della fauna, che possa agire tempestivamente laddove ce ne fosse bisogno. Tra le diverse proposte, all'articolo 3, per esempio si legge: "per la gestione della fauna selvatica e per le attività volte alla salvaguardia delle produzioni zoo-agro-forestali e ittiche dai danni provocati dalla medesima fauna,
gli enti interessati, nell'ambito delle rispettive competenze, possono stipulare appositi contratti di collaborazione e convenzioni con gli agricoltori ai sensi degli articoli 14 e 15 del decreto legislativo n. 228 del 2001, nonché
convenzioni con le associazioni venatorie riconosciute presenti in tali territori".
Su questo testo Enpa, Lav, Legambiente, Lipu, Wwf hanno rivolto un appello a membri e presidente della Commissione, paventando l'avvio di una nuova "deregulation venatoria". "Con il pretesto di varare la normativa sui danni causati dalla fauna selvatica - dicono- è stato redatto un testo pericolosissimo, che apre ogni maglia legislativa". Buttando benzina sul fuoco, per gli ambientalisti le norme permetterebbero a Regioni e delle Province di intervenire su "
ogni specie, anche rara e protetta, come gli orsi, i lupi, le aquile, in un esercizio di presunto “controllo” venatorio che non conosce limiti di tempo, né di zone di protezione, come i parchi nazionali e regionali. Tutto questo in barba al principio codificato nel nostro Paese per cui la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato".
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