Come si apprende da una nota ufficiale, dopo una serie di approfondimenti, il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ha votato lo stralcio degli articoli relativi alla caccia e degli emendamenti presentati a corredo della legge di manutenzione, alcuni modificativi e molti aggiuntivi. La decisione segue quella presa a novembre dalla IV Commissione con un accordo bypartisan (Pd e Pdl), che evidenziava la necessità di affrontare la riforma della legislazione venatoria in modo più organico, rimandando la trattazione degli argomenti proposti a gennaio 2013.
Solo Alessandro Corazza, capogruppo dell'Italia dei valori, ha commentato lo stralcio del suo emendamento. "È evidente – ha dichiarato - che la maggioranza Tondo continua ad affrontare questa tematica così importante in modo esclusivamente elettoralistico, non tenendo in considerazione tutte le realtà coinvolte e 'dimenticando' di recepire le sentenze della Corte costituzionale". "Con questo emendamento avevo proposto i medesimi contenuti che erano stati presentati inizialmente dagli uffici e dalla Giunta regionale nel disegno di legge di manutenzione, ma che poi sono stati tolti, trasversalmente, con l'analisi del testo fatto dalla Commissione consiliare - ricorda Corazza. Oggi, tutti i Gruppi presenti in Aula - tranne i Cittadini e l'Italia dei valori - hanno stralciato il testo rimandandolo in Commissione".
"Si è perso l'ennesimo treno per regolamentare il sistema della caccia nel Friuli Venezia Giulia, oggi parzialmente incostituzionale - denuncia Corazza. L'Aula preferisce una situazione fuori controllo e un quadro normativo incerto in cui sguazzare. Va ricordato infatti ancora una volta che dopo la bocciatura della legge regionale 6/2008 da parte della Corte costituzionale, la maggioranza Tondo non ha voluto trovare una soluzione. Così, in questo momento, gli atti emanati dagli organismi di gestione venatoria, qualora impugnati, sono a rischio annullamento perché presi da organismi di non legittima composizione". "Senza dimenticare - conclude Corazza - che la Regione non ha saputo emanare neanche il Piano faunistico regionale, un passo fondamentale per risolvere gran parte delle questioni ancora aperte. In queste condizioni, chiunque facesse ricorso potrebbe provocare il blocco immediato della stagione venatoria come già accaduto in Veneto e in Piemonte".