Domenico Angilletta è un aspirante cacciatore appena 18enne. Abita a Reggio Calabria ed oltre alla caccia ama il Karate e il Tiro al piattello. Ha ereditato la passione in famiglia, dal padre e da un cugino e quando otterrà il porto d'armi si dedicherà alla caccia vagante ai tordi o alle quaglie o all'appostamento ad allodole e colombacci.
Secondo Domenico la caccia è “una cosa spettacolare”, un'attività per pochi, riservata a chi davvero ne sente il sacro fuoco dentro di sé. Difficilmente altrimenti dei giovani come Domenico, distratti da altri "sport" decisamente più alla moda, dai videogiochi hi-tech e dalla movida, sceglierebbero di alzarsi in piena notte per passare diverse ore a contatto con la natura.
Essere cacciatore è questione di cuore, come dimostra Domenico quando ci dice “per lei (per la caccia, ndr) rinuncerei a tante altre cose”. Domenico ha tanto entusiasmo, si dice disponibile a collaborare ovunque ce ne fosse bisogno, e crede ancora che un rinnovamento generale della caccia, a partire dalle associazioni venatorie, sia possibile. “Sono molto utili – sottolinea - e devono cercare di dare il meglio, dimostrando ora e di più ai cacciatori tutto il loro impegno per salvare la caccia”. “I cacciatori – spiega il giovanissimo Domenico – in molte zone adibite alla caccia riportano in vita quelli che un tempo erano terreni o boschi abbandonati”, favorendo così l'ottimale equilibrio faunistico.
Domenico prenderà presto il porto d'armi, ma può già raccontare le sue piccole grandi esperienze a caccia.
Eccone una: “Era un giorno di metà settembre, eravamo in una prateria immensa ed era il periodo delle quaglie, dunque mentre stavamo camminando vediamo il mio cane puntare senza neanche muovere un pelo e dopo un minuto di punta, il frullo di due bellissime quaglie tutte e due abbattute dal sovrapposto calibro 20 di mio cugino con il conseguente splendido riporto della mia bretoncina Zira!”.