Alla presenza dell'Assessore regionale alla caccia, Gianni Salvadori e del Dirigente dell'Ufficio Caccia toscana, Paolo Banti, si è svolta l'assemblea regionale dell'Arcicaccia Toscana, che ha eletto i suoi nuovi delegati regionali per il Congresso Nazionale (Bargiacchi Marco, Barsotti Pierino, Bertocci Leonardo, Bettaccini Piero, Biagioli Piero, Bianchi Mauro, Billi Silvano, Borchi Roberto, Certosi Piero, Ciarafoni Marco, Cubattoli Davide, Di Cocco Angelo, Ferretti Alessandro, Fignani Michele, Gambini Carlo, Gargiani Roberto, Gensini Giovanni, Giusti Luca, Logi Massimo, Lucchesi Paolo, Lupi Fabio, Malquori Paolo, Masetti Giuliano, Mazzoni Piero, Menchini Stefano, Michelacci Ettore, Migliorini Salvatore, Mori Alberto, Mori Pierugo, Nannelli Lorenzo, Pancani Maurizio, Panicucci Manolo, Passalacqua Federica, Raperoni Stefano, Ratti Alberto, Recati Giovanni, Righi Silvano, Rossi Osvaldo, Salvini Bruno, Sanchini Alfio, Sozzi Claudio, Vanni Ivano).
L'assemblea ha visto l'approvazione di un documento conclusivo, in cui si auspica una nuova unità delle associazioni venatorie, su basi culturali e politiche forti, previa “analisi critica sulle scelte del passato” da parte delle altre associazioni venatorie. Alla regione invece spetta, sempre secondo Arcicaccia Toscana, dare vita in tempi rapidi, “ad un tavolo di confronto che, oltre ad affrontare la situazione regionale possa consentire alla Toscana di assumere una forte ed autorevole funzione a livello nazionale per ricomporre un dialogo costruttivo tra i vari portatori di interesse”. Partendo anzitutto da un nuovo patto con il mondo agricolo basato sull'imprescindibile centralità pubblica della fauna e della programmazione, attraverso, per esempio, “forme di gestione distrettualizzata della piccola selvaggina e con essa di un diverso coinvolgimento dell’agricoltore negli Istituti faunistici pubblici e con una maggiore qualificazione del ruolo delle strutture private”.
“Alle tasse pagate dai cacciatori, che dovranno sempre più ritornare sul territorio – si legge nel documento di Arcicaccia - , dovremo valutare l’opportunità di investimenti derivanti dalla fiscalità generale, tenuto conto dell’aspetto di bene di pubblico interesse che riveste il patrimonio faunistico”. Si pensa anche ad un nuovo ruolo per gli Atc: “indipendentemente dai futuri assetti istituzionali che potrebbero riguardare il ruolo e la composizione delle Province, riteniamo che gli ATC debbano essere rafforzati e valorizzati, ed eventualmente riorganizzati anche attraverso forme di coordinamento di area, nei limiti delle competenze attribuibili ad un Ente con l’attuale stato giuridico – che comunque andrà meglio definito - non solo come soggetto di mera applicazione gestionale, ma anche quale strumento di partecipazione al quale dovranno eventualmente essere assegnate anche nuove deleghe, competenze, funzioni e servizi. Si pone inoltre l’esigenza di una ottimizzazione dei costi di esercizio degli ATC razionalizzando , dove possibile, progressivamente sedi, centri amministrativi, assistenza tecnica e personale in favore di una maggiore disponibilità di risorse destinate agli investimenti”.
Per quanto riguarda l'attività dell'associazione, Arcicaccia Toscana propone una “più funzionale organizzazione interna, accompagnata da una forte caratterizzazione identitaria, a servizio della costruzione della vera unità sui contenuti del mondo venatorio italiano, per poter riscrivere la pagina futura della nostra straordinaria esperienza”. Leggi il documento politico conclusivo |