Riceviamo e pubblichiamo:
PROGRAMMA ELETTORALE DEL PARTITO CIVILTA’ RURALE SVILUPPO
Il capo della forza politica costituita in partito Avv. Enzo Bosio, che ricopre anche la carica di Presidente del partito presente il programma elettorale di CIVILTA’ RURALE SVILUPPO.
Civiltà Rurale sviluppo, tre semplici parole che racchiudono dentro di sé un mondo fatto di gente comune e semplice, di tradizioni ma soprattutto di valori e di progresso sostenibile. Un mondo questo che ormai, soffocato dai falsi idoli degli anni 2000 come denaro, potere ed arrivismo , pare agli occhi di tutti come un mero sbiadito ricordo ma che occupa nel cuore delle persone un posto ancora vivo e brillante. Non vi è dubbio che la società che Civiltà Rurale Sviluppo auspica non è dei politicanti nuova maniera, che strumentalizzano qualsiasi ideale per il loro tornaconto, ma della gente che ogni mattina si alza per andare al lavoro, della gente che affronta coraggiosamente i problemi della vita quotidiana, della gente che compie continui sacrifici per arrivare dignitosamente a fine mese. Questa gente costituisce il popolo della civiltà rurale, un modello di società che si basa su idee, su valori forti e inderogabili di fronte a tutto ed a tutti ma che tende inderogabilmente allo sviluppo sociale ed economico purchè sia sostenibile con i valori della sicurezza della salute e che rispetti le tradizioni e i valori morali a cui si ispira il movimento. Valori come il lavoro, la famiglia, che costituisce nucleo essenziale della civiltà, le tradizioni, la solidarietà e la sussidiarietà, il rispetto per la vita dell’uomo attraverso il rispetto dell’ambiente in cui vive, valori che debbono essere la guida dell’agire di ciascuno di noi dinnanzi a qualsiasi scelta.
Civiltà rurale vuole essere un partito interclassista di ispirazione cristiana e che intende raggiungere i seguenti obbiettivi:
1) Sostegno all’idea della famiglia in senso tradizionale fra uomo e donna e che da questa e per questa famiglia si debbano formare le leggi, pur nel rispetto di ogni forma di aggregazione diversa.
2) Solidarietà e sussidiarietà sono due pilastri del concetto di civiltà rurale per cui va data dalla politica massima e primaria attenzione allo stato sociale.Non è tollerabile che le esigenze dei più deboli economicamente e socialmente siano sacrificate sull’altare della società della pancia piena: la politica, le istituzioni e le norme che da esse promanano devono inderogabilmente mettere al centro l’uomo, soprattutto l’uomo più debole, prima del superfluo e o di altre forme di vita.
3) Il lavoro come fulcro del progresso economico e sociale: il lavoro va liberato da molti pregiudizi che portano a suddividere per importanza il lavoro tra uomini e donne, tra lavori manuali ed intellettuali, tra dipendenti ed autonomi, e ciò per il principio che tutti i lavori e tutti i lavoratori hanno la stessa dignità. L’impresa, di qualsiasi dimensione o tipo, comprese quelle agricole e degli allevatori, debbono rivestire un ruolo di primaria importanza nell’economia. L’impresa deve essere considerata come luogo e mezzo di produzione di benessere e non come soggetto da mungere sempre e comunque: lo Stato non può porsi come soggetto preminente nei rapporti con l’impresa ma deve mettersi sullo stesso piano al fine di condividerne la crescita e le difficoltà. Incentivare con finanziamenti le imprese costituite dai giovani. Nel lavoro è necessario mettere primo posto la meritocrazia bandendo scatti di stipendi o ruolo collegati al semplice raggiungimento di un limite di età e svincolati da qualsivoglia criterio meritocratico.
4) Legge elettorale: abrogare tutte le leggi elettorali che negano la possibilità di esprimere le preferenze o comunque che negano al cittadino il diritto di scegliere il proprio rappresentante. Civiltà Rurale Sviluppo vuol dire attaccamento al territorio, vuol dire abbattere quel muro di diversità che c’è tra cittadini e politici, oggi nominati dal potere dei partiti e non invece eletti dal popolo.
5) difesa delle tradizioni locali: Civiltà Rurale vuol dire tradizioni agricole, venatorie, piscatorie, culturali, valoriali, tradizioni che debbono costituire la base per creare sviluppo e benessere, poiché riteniamo che solo sapendo e non dimenticando chi siamo e quali siano le nostre radici si possa pensare ad un progresso sostenibile e non fine a sé stesso. Tradizioni che non debbono essere dimenticate o peggio svendute per falsi idoli e soprattutto che non possono essere barattate per l’interesse delle tradizioni di altri popoli anche se europei.
6) L’Italia è la culla del Cristianesimo, esso è il fondamento di ogni libertà e del rispetto di ogni persona, esso è portatore di valori di pace e fratellanza ai quali Civiltà Rurale Sviluppo intende rifarsi, senza per altro demonizzare culture o religioni diverse ma dalle quali intende distinguersi e non confondersi.
7) Abbattimento del debito pubblico attraverso la riduzione della spesa pubblica ed in particolare con l’eliminazione di tutte quelle istituzioni pubbliche inutili e necessarie solo al sostentamento dell’attuale sistema dei partiti. Un piano di privatizzazione serio e indirizzato verso la soppressione di enti che ad oggi non sono produttivi comunque senza un sistema aziendale che abbia la finalità di raggiungere bilanci positivi. L’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico che non sia utilizzato, e delle quote di imprese che non diano garanzie di attività.
8) Civiltà Rurale Sviluppo vuole essere la voce della gente comune contro chi della politica ne ha fatto un mestiere, contro chi, di volta in volta, si fa falso paladino di battaglie al solo scopo di ottenere voti, contro chi non si vede come parte della società ma vede la società come strumento a sua disposizione.
Civiltà Rurale Sviluppo dice basta alla politica della casta e vuol tornare a dare fiato alla gente per bene, gente che conosce il sacrificio, il sudore, la fatica ma soprattutto l’onestà dell’agire.
Civiltà Rurale chiede alla politica che possano entrare nelle stanze delle istituzioni solo le persone oneste, che vengano cacciati coloro che si sono macchiati di azioni contrarie alla morale e alle leggi poste a governo di una sana e corretta amministrazione della cosa pubblica.
Non è ammissibile che nelle istituzioni pubbliche siedano persone condannate per reati contro la pubblica amministrazione.
Civiltà Rurale Sviluppo chiede che sia posto termine alla vergogna dei benefici di qualsiasi ordine concessi ai politici e a coloro che ricoprono cariche in istituzioni pubbliche: l’attività politica deve svolgersi per interesse dei cittadini e non per il proprio tornaconto personale, per cui bando ad ogni beneficio che non sia il puro e semplice compenso per il mandato per il quale si viene eletti.
Si deve dire altresì basta alla sperequazione delle pensioni d’oro e ai benefici ingiustificati di pochi posti a carico della collettività: indispensabile porre un tetto ad ogni tipo di beneficio, indennità e soprattutto alle pensioni di chi ha operato nelle istituzioni pubbliche.
Civiltà rurale Sviluppo ritiene che qualsiasi mandato politico-istituzionale affidato al singolo debba considerarsi a termine, per cui va eliminato senza eccezioni il mestiere del politico di professione.
I valori politici devono essere coltivati dal partito o dal movimento politico inteso come aggregazione di singoli soggetti, per cui all’interno dello stesso non è necessaria la figura del politico di professione al fine del raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
Civiltà Rurale Sviluppo ritiene che il cancro della politica italiana sia individuabile nel principio della politica di professione e ciò per la sola considerazione che chi esercita per professione la politica tende inderogabilmente ad accumulare potere al fine del proprio interesse e non per servire la comunità.
Il politico deve mettersi al servizio del popolo e delle istituzione e non di se stesso ed è per questo che Civiltà Rurale Sviluppo intende proporsi per debellare La politica divenuta mestiere.
Conseguenza di tale principio è la drastica riduzione dei compensi dei politici, e soprattutto degli “incaricati” della politica che ricoprono cariche in enti pubblici economici e non, oltre all’eliminazione di ogni “accessorio” che oggi rimpinguano gli importi dati ai politici.
Civiltà rurale Sviluppo chiede che vengano eliminate senza eccezione le doppie cariche politiche ed istituzionali: chi esercita la politica non deve ricoprire in enti ed istituzioni pubbliche più di un incarico. Basta con i “pluri decorati” della politica e delle istituzioni pubbliche anche economiche.
La moralità dei comportamenti anche nella vita privata del politico è una condizione irrinunciabile per far parte di Civiltà Rurale Sviluppo e per questo si ritiene sia una condizione fondamentale per ricoprire cariche pubbliche. E’ necessario equiparare i partiti politici agli enti pubblici istituendo per legge l’obbligo di bilancio e di rendicontazione al fine di evitare che i soldi pubblici o dei cittadini vengano gestiti dai partiti unicamente per finalità personalistiche che nulla hanno a che vedere con il bene della cosa pubblica.
9) La politica per la sicurezza dei cittadini non si coniuga con il lassismo nell’applicazione delle leggi a tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico. Norme severe per la tutela della sicurezza dei cittadini sono indispensabili ma soprattutto serve una legislazione che dia concretezza al principio dell’applicazione della pena. Norme severe ma soprattutto applicabili e non di mero principio in materia di immigrazione clandestina, passando necessariamente attraverso accordi bilaterali con i principali Stati da cui provengono gli immigrati. Serve una politica di integrazione ove si sancisca invero il necessario principio dell’apprendimento della lingua, della cultura del paese ospitante.
10)Civiltà Rurale Sviluppo chiede a gran voce che venga dato corpo ad un sistema di norme che prevedano la responsabilità personale dei politici e degli amministratori pubblici che con il loro comportamento, anche colposo, abbiano creato danno alla pubblica amministrazione ed ai privati cittadini.
11) La Giustizia, in particolare quella civile, così come concepita ed applicata oggi non può portare a sviluppo e comunque non può dare ai cittadini onesti fondamenti di equità per cui Civiltà Rurale Sviluppo non può che chiedere la modifica del sistema giudiziario affinchè siano tutelati i lavoratori e gli imprenditori onesti e non continuare invece, come accade oggi, sulla linea della difesa degli imprenditori del malaffare, dei truffatori e dei furbi di stato.
12) Civiltà rurale Sviluppo è anche un movimento di tutela delle esigenze dell’uomo attraverso la tutela dell’ambiente in cui vive.
L’ambientalismo di civiltà rurale valuta i problemi con la lente della scienza, cerca risposte positive e respinge il modo di fare politica dell’ambientalismo nostrano che si propone sempre e comunque per il no a tutto quello che è progresso e sviluppo.
Priorità per Civiltà Rurale Sviluppo è la soluzione ai problemi ambientali fondata solo ed esclusivamente su base scientifica e non su formule filosofiche o puramente politico-ideologiche o, ancor peggio, su basi emotive legate ad eventi contingenti.
La politica ambientale deve guardare al territorio ed alle esigenze di chi lo vive e non fondarsi esclusivamente sugli interessi e le aspettative dei cittadini che non lo vivono quotidianamente o che non abbiano necessità vitali per la cura di quel territorio.
Una politica ambientale seria si affida alla scienza, al territorio e alle persone che ci vivono e lavorano, mettendo in secondo piano gli interessi di chi non vive quel territorio.
La campagna, la montagna e sostanzialmente tutto il territorio agro-silvo –pastorale non possono essere considerati come una specie di giardino da far fruire agli abitanti degli agglomerati urbani, ma devono concepirsi ed essere tutelati quali luoghi di lavoro e di produttività nel rispetto degli interessi economici e della salute di chi ci vive per dodici mesi l’anno ed anche delle loro tradizioni.
Il territorio si tutela con azioni di difesa a lungo termine solo se dallo stesso promanano forze economiche e sociali in grado di autofinanziarsi. Basta con le istituzioni a fine di tutela ambientale che sono solo coperture per finanziare il mondo ambientalista e di maniera ed in particolare basta con gli enti inutili a fine di tutela ambientale che non diano certezza di autofinanziamento delle proprie iniziative.
La tutela ambientale deve passare inderogabilmente da chi gestisce il territorio come gli agricoltori e le imprese agricole e tutti cloro che da un ambiente sano traggono sostentamento.
La sfida che ci aspetta è quella di promuovere uno sviluppo ecosostenibile dando priorità alle fonti rinnovabili , risparmio energetico e da culture che valorizzino l’ambiente stesso investendo fortemente sulle realtà e peculiarità dei prodotti locali.
Uno stato civile e serio, e cosciente delle difficoltà che stanno assillando il mondo del lavoro, non può tollerare l’attacco che l’attuale classe politica, sull’onda dell’imperante movimento animalista, ha portato attraverso leggi mirate e subdole all’intera economia agricola e a quella legata alle attività venatorie, della pesca e di allevamento di animali e in ultima analisi a tutte le attività che per il benessere umano necessitano di intervenire sugli animali. Civiltà Rurale Sviluppo ribadisce il proprio secco no a norme e disegni di legge che vogliono velatamente chiudere la caccia e la pesca e rendere sempre più difficoltoso l’esercizio di tali attività.
Assoluta fermezza nel negare ogni ingresso nella nostra legislazione a norme che invocando il benessere animale abbiano come unico risultato l’eliminazione di posti di lavoro e di attività imprenditoriali ed aziendali legate al mondo della caccia, della pesca, dell’allevamento di animali, della sperimentazione scientifica con uso di animali.
13) Indispensabile ridurre la pressione fiscale sia sul lavoro che sulle imprese, ma in particole intervenire per la valorizzazione dei lavori tradizionali ed artigianali riducendo quantomeno la pressione fiscale nei primi anni di attività . Approntare una seria politica fiscale di sostegno dei redditi più bassi e soprattutto delle imprese efficienti che garantiscono posti di lavoro.
14) Introdurre un federalismo che garantisca agli enti locali autonomia di spesa e di entrata ma che abbia come principio indiscutibile il pareggio di bilancio dell’ente stesso. E’ necessario inoltre garantire la totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni, delle società partecipate nonché di tutti i soggetti a cui i cittadini hanno conferito mandato elettorale.
Il presente programma del partito politico “Civiltà Rurale Sviluppo” è condiviso da tutta la struttura del partito, che è rappresentato dal capo della forza politica, attuale presidente, avv. Enzo Bosio, nato a Iseo(BS) il 13.11.1959 e residente in Brescia via San Zeno n. 118.
Il Presidente del Partito “Civiltà Rurale Sviluppo” avv. Enzo Bosio.