“Ripartire dalla legge che c’è, applicarla correttamente sul territorio, utilizzare al meglio la ricerca scientifica per dare sostanza al cimento gestionale, far funzionare gli Atc, ricostruire rapporti di condivisione tra mondo agricolo, venatorio e ambientalista, assegnare all’impresa agricola di qualità e multifunzionale ruoli e funzioni più dirette ed economicamente redditizie in un quadro di programmazione pubblica, riscattare l’orgoglio di essere cacciatori rimettendo in campo un solido approccio culturale sfiancato dall’assenza di un progetto credibile e confinato nella retroguardia di chi ha pensato fosse più utile battersi per reintrodurre tra le specie cacciabili l’oca granaiola o procedere con furbizia con l’applicazione delle deroghe ai piccoli uccelli che ha portato poi all’impossibilità di attivare le deroghe stesse”. Così Marco Ciarafoni (Pd) scrive in un passaggio del suo editoriale pubblicato su Caccia +, il periodico edito dall'Arcicaccia, in cui evidenzia la necessità, in vista del rischio di un allargamento del fronte abolizionista in Parlamento (con la presenza per esempio del movimento di Grillo), di riproporre il tema caccia con onestà intellettuale.
“Ricordo come se fosse ieri – scrive Ciarafoni - gli sberleffi di quanti criticarono l’allora capo dell’opposizione Pierluigi Bersani che in due pronunciamenti pubblici, rispondendo alle sollecitazioni di Arcicaccia e degli ambientalisti, ribadiva l’esigenza di evitare conflitti, di procedere sulla strada della concertazione e condivisione tra interessi diversi, di abbandonare la deregulation venatoria per dare legittimazione sociale alla caccia improntata alla sostenibilità del prelievo lontana da ipotesi privatrizzatrici ed abolizioniste, di avere sempre a riferimento scienza e legalità sopra qualsivoglia ragionamento”.
“Speriamo, e dovremmo chiederlo con determinazione, - sottolinea Ciarafoni - che quei pronunciamenti possano entrare nell’agenda del prossimo governo con un mondo venatorio, però, che torni a parlare il linguaggio della responsabilità così come fece quando vincendo la prova referendaria riuscì, forte di un progetto e riunito nell’Unavi, ad ottenere un consenso largo nella società”.