Nei giorni scorsi i quotidiani siciliani hanno dato notizia dello stop delle doppiette per la sospensione del calendario venatorio siciliano confermata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa (C.G.A). Una mezza verità, sbottano le associazioni Anca (Associazione Nazionale Cacciatori Sicilia), Artemide, Enal Caccia (sez. Catania), Eps Sicilia, Fidc (provinciale di Messina), Lcs (Liberi Cacciatori Siciliani) e Caccia e Ambiente Sicilia, visto che in quelle notizie si ometteva di dire che l'attività venatoria continuava ad esercitarsi secondo le regole de calendario venatorio 2011/12.
Inoltre, spiegano le sigle firmatarie del comunicato , "il T.A.R. anche il C.G.A confermava il principio in forza del quale l'assenza di un Piano Faunistico Venatorio legittimo non determina la chiusura dell'attività venatoria, bensì legittima le associazioni interessate a chiedere al giudice amministrativo la rimozione dell'inerzia della P.A.. È così è stato. Infatti, il C.G.A. ha assegnato 60 gg. all'amministrazione per adottare il piano "rimanendo applicabile medio tempore il calendario venatorio 2011/12". Quindi: iIn assenza di un piano faunistico, vuoi perché venuto a scadenza, vuoi perché viziato, sono gli ambientalisti e l'amministrazione a dover correre, non i cacciatori".
"Ci si augura adesso - conclude la nota - che tutte le associazioni venatorie, liberatisi da profeti di sventura e da presuntuosi quanto ignoranti giureconsulti, possano agire unitariamente affinché sia modificato il piano Lo Valvo-Arnone. Il breve lasso di tempo assegnato all'amministrazione per provvedere non deve far sorgere ulteriori paure perché il termine di 60 gg. casca come si suol dire "a bocce ferme". Tra l'altro sarebbe sempre preferibile colloquiare con un commissario ad acta che con Lo Valvo & co.".