Fidc Sardegna e Ufficio Avifauna non condividono la scelta della Regione di non riportare la chiusura del tordo bottaccio al 31 gennaio deliberata nella seduta del 22 gennaio 20013 dal Comitato Regionale Faunistico venatorio. La decisione è stata presa ritenendo che non ci fossero i dati a supporto e quindi confermando l’ordinanza del consiglio di Stato del giorno 17 gennaio che aveva accolto la domanda cautelare degli ambientalisti riportando la chiusura al 10 di gennaio.
"Dal punto di vista legale - spiega la nota di Fidc e Ufficio Avifauna - l’ordinanza del CDS aveva ritenuto che non ci fosse adeguata motivazione nel calendario approvato che prevedeva per tordo bottaccio e cesena la chiusura al 31 di gennaio. La valutazione di Fidc è che nella delibera del Comitato sospesa non erano state esplicitate dettagliatamente le motivazioni scientifiche che Federcaccia aveva portato nella relazione tecnica, che comunque prevedeva per la cesena la chiusura al 20 e non al 31 gennaio mancando, solo per quest’ultima specie dati regionali in discostamento dal Key Concepts nazionale".
La Sardegna - si legge ancora nel comunicato - è la regione italiana per la quale è disponibile invece la più evidente dimostrazione che la migrazione dl tordo bottaccio prende avvio non prima della terza decade di gennaio (dati Ispra di ricatture in Sardegna di uccelli inanellati all’estero) ed era quindi possibile utilizzando la decade di sovrapposizione prevista dalla Guida Interpretativa della Direttiva Uccelli e dall’Ispra chiudere la stagione al 31 gennaio. Infatti, attraverso l’utilizzo di dati regionali la stagione di caccia al tordo bottaccio termina al 31 gennaio in Calabria, Lazio, Marche, Umbria, Liguria (prorogata successivamente)".
Infine Fidc si augura che da parte della Regione Sardegna un approccio più favorevole al mondo venatorio per la stagione 2013/2014.