Riceviamo e pubblichiamo:
Molta confusione e le consuete esagerazioni nel comunicato diffuso oggi dal WWF secondo il quale sarebbero 11 le regioni bocciate dal Tar in materia di caccia a seguito dei ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali da parte della stessa associazione ambientalista durante la stagione venatoria appena conclusa.
Le cose non stanno proprio come si vorrebbe far credere e di fronte a numerosi ricorsi ambientalisti, spesso strumentali e volti solo a cercare di ottenere sospensive per “guadagnare tempo” facendo perdere giorni di caccia legittimi ai praticanti, la risposta dei Tar o del Consiglio di Stato è andata proprio in direzione opposta a quella da loro auspicata.
Il WWF ad esempio cita il Veneto, ma si guarda bene dal dire che tutti i ricorsi presentati contro preaperture, date di chiusura e specie cacciabili sono stati rigettati. Oppure che l’ordinanza del Tar Lazio ha rigettato il ricorso sul calendario venatorio di questa stagione e che la sentenza riguardante quello della precedente stagione ha motivatamente e definitivamente rigettato il ricorso dimostrandone l’infondatezza.
Oppure che in qualche caso, vedi l’Umbria, sono state reintrodotte specie come la moretta, il cui prelievo era stato in un primo tempo sospeso per un ricorso dimostratosi anche questa volta infondato.
Ma si evita anche di dire che alcune ordinanze a loro favorevoli, come nel caso della Liguria, sono dovute solo a vizi formali di motivazioni e non per avere disatteso norme europee o leggi italiane.
È bene ricordare infatti che nessuna Regione italiana ha violato nella stesura dei calendari venatori alcuna norma europea.
Per questo, il WWF farebbe bene ad evitare di diramare comunicati che affrontano genericamente e senza i necessari approfondimenti argomenti complessi col solo risultato di ingenerare in chi legge confusione. A meno che – e purtroppo temiamo anche questo sia il caso – l’unica cosa che si cerca non sia una vetrina da cui fare disinformazione.
CNCN - FACE Italia