In merito all'articolo recentemente apparso su Repubblica.it, riportiamo le considerazioni pubblicate da Federcaccia Toscana:
Ce ne vuole di coraggio per titolare, come ha fatto di recente un quotidiano, “Chiude la caccia, godiamoci le zone umide - Oasi e parchi naturali aperti nel weekend. Dopo il tragico bilancio dell’attività venatoria. appuntamento con gli animali da proteggere…”: come si fa a spiegare a chi non ha nessuna intenzione di reale confronto che l’esistenza di quelle zone umide, in Toscana in special modo, è legata alla caccia? Il Padule di Fucecchio, come i Chiari della Trappola in Maremma, per non dire del lago di Chiusi - Chianciano e tante altre zone ancora, compresi i laghi di caccia della piana fiorentina, sono luoghi magici che i cacciatori hanno gestito investendovi passione, energia, saperi e danari.
Sono sicuri di poter dire altrettanto gli ambientalisti della domenica, delle loro zone, finanziate spesso con danaro pubblico e in qualche caso affollate fino all’inverosimile di “guardoni”: lo chiamano pudicamente birdwatching, di certo si sa che spesso infastidisce la fauna al punto da incentivarne l’emigrazione in luoghi meno “commerciali”.
No, non ci riescono proprio a rinunciare al rito della sparata finale, ad ogni chiusura di stagione venatoria! Che poi, a dirla tutta, finisce la stagione della caccia ma, rubando il titolo ad una bella iniziativa della Federcaccia grossetana, si è “cacciatori tutto l’anno”: appeso il fucile al chiodo, a meno di non essere chiamati per interventi di urgenza per ristabilire equilibri compromessi in aree protette o di pregiate produzioni agricole, inizia per gli appassionati l’attività di gestione.
Nelle zone umide non precluse alla caccia, ci sono da fare gli sfalci, assicurare aree adeguate alla sosta ed alla riproduzione e via lavorando.
Gratis!! Interventi di cui beneficeranno, per un breve periodo dell’anno, anche i cacciatori, ma che producono effetti positivi e duraturi per la fauna ed il territorio.
Lo sciacallaggio per gli incidenti non meriterebbe neppure menzione: risponde bene la nota allegata di Face Italia e CNCN raccontando gli sforzi compiuti per accrescere sempre più la sicurezza.
Invece merita una severa censura l’abitudine a spararle grosse, come nel caso delle sanzioni che il nostro Paese avrebbe subito a causa di presunte concessioni alle lobbies della caccia: episodi circoscritti come quelli delle decantate “vittorie” nei ricorsi al Tar: spesso sospensioni cautelative cassate dalle sentenze di merito. |